Il Tribunale fallimentare nega questo diritto; la Cassazione lo riconosce

Se la procedura fallimentare intima al lavoratore il licenziamento deve riconoscergli l’indennità sostitutiva del preavviso

Il Tribunale fallimentare nega questo diritto; la Cassazione lo riconosce

09/09/2019 Il Tribunale fallimentare respinge l’opposizione di un lavoratore che aveva chiesto l’ammissione allo stato passivo del fallimento vantando il diritto all’indennità sostitutiva del preavviso in conseguenze del licenziamento a lui intimato.Il lavoratore  contro il decreto del Tribunale che ha respinto la sua domanda, ha proposto ricorso per Cassazione sostenendo... [Leggi tutto]
L’esistenza di eventuali contratti di somministrazione temporanea è irrilevante

L’esternalizzazione di un servizio legittima il licenziamento per motivi organizzativi

L’esistenza di eventuali contratti di somministrazione temporanea è irrilevante

17/07/2019 La società datrice di lavoro ha intimato il licenziamento a un' impiegata perché ha modificato il suo assetto  operativo che prevede che le mansioni svolte dalla dipendente siano da una parte accorpate presso un altro ufficio del personale già in essere e dall'altra parte, con specifico riferimento alla gestione dei cedolini e delle buste paga dei lavoratori,... [Leggi tutto]
La corte d'appello riforma la sentenza e dichiara la natura ritorsiva del licenziamento con diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro

Il tribunale afferma la semplice illegittimità del licenziamento per giustificato motivo oggettivo con la corresponsione della sola indennità risarcitoria

La corte d'appello riforma la sentenza e dichiara la natura ritorsiva del licenziamento con diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro

30/04/2019 Il tribunale di Roma , pronunciandosi sull'impugnazione del licenziamento per giustificato motivo oggettivo intimato dall'azienda, dichiarava illegittimo il recesso. Nel contempo, però, il tribunale dichiarava risolto il rapporto di lavoro alla data del licenziamento e condannava il datore di lavoro al solo pagamento di un'indennità risarcitoria pari al 22 mensilità... [Leggi tutto]
I motivi del licenziamento devono riferirsi all'organizzazione della società distaccante

Fine del distacco e licenziamento per giustificato motivo oggettivo

I motivi del licenziamento devono riferirsi all'organizzazione della società distaccante

04/03/2019 La Corte d’appello di Campobasso ha dichiarato legittimo il licenziamento intimato, per giustificato motivo oggettivo, a un dipendente della Proma SSA s.r.l. con mansioni di responsabile di produzione/fabbricazione. La Corte d'appello  ha ritenuto dimostrati la crisi aziendale concernente sia lo stabilimento della società Proma SSA s.r.l. - datrice di lavoro, sia di... [Leggi tutto]
La seconda volta si risolve un rapporto già morto

Un lavoratore può essere licenziato una seconda volta con diversa motivazione

La seconda volta si risolve un rapporto già morto

12/01/2019 Una banca licenzia un suo direttore di agenzia. Dopo il licenziamento gli intima un secondo licenziamento disciplinare perché, quale responsabile di agenzia, aveva dato il suo assenso alla cancellazione di un'ipoteca del debitore nonostante che il debito non fosse stato estinto; egli, inoltre, nonostante la posizione debitoria aveva concesso ulteriori mutui, fidi e agevolazioni... [Leggi tutto]
 Solo il risarcimento dei danni, senza la reintegrazione nel posto di lavoro

Nel licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo occorre rispettare i criteri soggettivi di scelta

Solo il risarcimento dei danni, senza la reintegrazione nel posto di lavoro

17/08/2018 La Corte di Appello di Milano, in riforma della pronuncia di primo grado, ha annullato il licenziamento per giustificato motivo oggettivo intimato a P.E.M.J. con lettera del 14.5.2014 dalla Corindus Service Srl, condannando quest’ultima a reintegrarla nel posto di lavoro ed al pagamento di una indennità risarcitoria pari a 12 mensilità della retribuzione globale di fatto,... [Leggi tutto]
Gli stessi fatti oggetto di diversa valutazione  dei due giudici

Il Tribunale di Milano gli dà torto. La Corte d'appello gli dà ragione

Gli stessi fatti oggetto di diversa valutazione dei due giudici

12/02/2018 Un dirigente è stato licenziato da un'azienda con la motivazione della soppressione delle sue funzioni di direttore commerciale. Il dirigente ha impugnato il licenziamento sostenendo che le funzioni di direttore commerciale all'interno di un'attività di impresa non possono essere soppresse ed ha promosso la causa in tribunale. Il datore di lavoro si è costituito... [Leggi tutto]
Lo dice il presidente della Corte di Appello di Milano

Si esternalizza l'attività? licenziamento giustificato

Lo dice il presidente della Corte di Appello di Milano

06/11/2017 Un'azienda ha intimato il licenziamento ad un suo dipendente con la seguente motivazione riportata nella lettera di  licenziamento. “ Come già precisato, la determinazione della società di procedere con il licenziamento è dipesa dal venir meno della mansione di Facility Service Manager in quanto la Società ha ritenuto necessario esternalizzare,... [Leggi tutto]
Il controllo del giudice limitato all'effettività del motivo

La scelta dell'imprenditore in materia di licenziamento è insindacabile.

Il controllo del giudice limitato all'effettività del motivo

07/06/2017 Un'azienda, con alle dipendenze più di 15 addetti, ha intimato un licenziamento per giustificato motivo oggettivo costituito dalla soppressione del posto di lavoro. Il tribunale ha respinto la domanda del lavoratore diretta ad ottenere la reintegrazione poiché ha ritenuto legittimo il licenziamento. La medesima decisione è stata assunta dalla corte di appello... [Leggi tutto]
Nuova giurisprudenza della Suprema Corte

la Cassazione a fine dicembre 2016 afferma che il licenziamento può avere anche l'obiettivo di aumentare i profitti aziendali

Nuova giurisprudenza della Suprema Corte

31/12/2016 In questi giorni di fine dicembre 2016, sulla stampa nazionale, ha fatto notizia un verdetto della Corte di Cassazione che, in una sua pronuncia di fine anno, ha dichiarato legittimo licenziamento di un lavoratore anche se l'azienda non è in crisi ed ha adottato il provvedimento di licenziamento al fine di aumentare i suoi margini di profitto. La pronuncia della Corte di cassazione... [Leggi tutto]
Giurisprudenza altalenante

La Cassazione si divide sulla ripartizione dell'onere nel licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Giurisprudenza altalenante

24/10/2016 La corte di appello di Palermo, in una controversia su un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ha affermato che l'onere probatorio a carico dell'azienda non doveva essere inteso "in modo rigido, dovendosi esigere dal medesimo lavoratore una collaborazione nell'accertamento di un possibile ricollocamento nell'assetto organizzativo aziendale, nella specie non realizzata." Nella... [Leggi tutto]
L'onere probatorio è a carco del datore di lavoro

il repechage del lavoratore licenziato per giustificato motivo oggettivo

L'onere probatorio è a carco del datore di lavoro

05/04/2016  La Cassazione nel mese di marzo 2016 ha finalmente affermato il principio secondo il quale In materia di illegittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo, spetta al datore di lavoro l'allegazione e la prova dell'impossibilità di repechage del lavoratore licenziato, in quanto requisito del giustificato motivo di licenziamento, con esclusione, pertanto, di ogni onere di... [Leggi tutto]
Vietato al giudice ingerirsi nelle scelte imprenditoriali

Le scelte organizzative dell'impresa sono insindacabili

Vietato al giudice ingerirsi nelle scelte imprenditoriali

24/05/2015  Il Fatto. Un operaio specializzato è stato licenziato per inidoneità fisica alle mansioni assegnate ed per impossibilità di una sua diversa utilizzazione. L'impugnativa del  licenziamento è stata respinta dal tribunale di Pesaro che riteneva legittimo il recesso. La Corte d'appello di Ancona confermava la... [Leggi tutto]
devono sussistere i giustificati motivi

Anche se in galera il lavoratore non può essere licenziato liberamente

devono sussistere i giustificati motivi

27/12/2014 Un’impresa, procedeva alla risoluzione del rapporto di lavoro con un dipendente addetto a mansioni di guardiania.  La società giustificava il licenziamento per giustificato motivo ai sensi dell’art. 3 della legge n. 604/1966”, ritenendo che l’assenza determinata dalla situazione di custodia cautelare in cui versava il dipendente, non avente una data certa... [Leggi tutto]
I motivi devono essere seri e meritevoli di tutela giuridica

Se licenzi per motivi organizzativi non puoi assumere un altro per sostituirlo

I motivi devono essere seri e meritevoli di tutela giuridica

16/11/2014 Il Fatto La Corte di Appello di Torino, accoglieva la domanda di una  lavoratrice, avente ad oggetto l'impugnativa del licenziamento oggettivo intimatole  dal datore di lavoro con tutte le conseguenze giuridiche ed economiche di cui alla tutela reale. La Corte di appello a base alla sua decisione  ha posto il rilievo fondante della sua decisione secondo il quale la... [Leggi tutto]
la sintesi magistrale della Corte di Cassazione

I principi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo,

la sintesi magistrale della Corte di Cassazione

27/10/2017 La Corte di Cassazione in questa sentenza sintetizza in modo efficace i principi che disciplinano il licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Per l’interesse riportiamo la sintesi dei principi che occorre osservare nell’intimare un simile licenziamento che la corte ha magistralmente sinterizzato. . “La fattispecie normativa astratta, di cui all’art. 3,... [Leggi tutto]
Il godimento della casa è corrispettivo della prestazione lavorativa che si rende

Cessato il rapporto di lavoro, il portiere deve lasciare l'alloggio.

Il godimento della casa è corrispettivo della prestazione lavorativa che si rende

05/02/2017   Un condominio ha intimato il licenziamento al suo portiere; il portiere ha impugnato l'atto. A seguito di trattative, il portiere si è impegnato a rilasciare l'alloggio e il condominio a corrispondergli le competenze di fine rapporto con l'aggiunta di una "buonuscita". Il portiere, però, nonostante l'impegno assunto non ha provveduto a rilasciare libero di sé,... [Leggi tutto]

L’indennità sostitutiva del preavviso non è aliunde perceptum ma deve essere restituito

28/05/2015 Il tribunale accoglieva la domanda di un lavoratore di reintegrazione nel posto di lavoro e di condanna del datore di lavoro al pagamento dell'indennità risarcitoria, dando atto che alcuna detrazione di "aliunde perceptum" poteva esser fatta in quanto dalla documentazione prodotta dal lavoratore risultava che egli non aveva reperito altra occupazione. La Corte d'appello ha accolto... [Leggi tutto]
Diritto a continuare fino al compimento dei 70 anni

Il giornalistà è stato licenziato al raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia

Diritto a continuare fino al compimento dei 70 anni

03/01/2020 Un giornalista dipendente della Rai è stato licenziato nel mese di marzo 2012 a seguito della maturazione dei requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia. Egli ha chiesto di rimanere in servizio fino al compimento del 70º anno di età. La corte di appello di Milano ha accolto la domanda del giornalista confermando la sentenza del tribunale. La Rai ha fatto ricorso in... [Leggi tutto]
lo dice la Corte di appello di Milano

Se le mansioni sono identiche, la posizione del dirigente da licenziare deve essere soggettivamente comparata

lo dice la Corte di appello di Milano

03/01/2020 Il fatto. Un dirigente è stato assunto con funzioni di Associate Partner. Successivamente, è stato licenziato insieme ad altri 25 dirigenti che prestavano la loro opera distribuiti su varie sedi del terrritorio nazionale. Le ragioni del licenziamento risiedevano nell'esigenza di riorganizzare e ridimensionare la struttura dell'organico, con la soppressione della posizione... [Leggi tutto]

Comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro agli enti amministrativi

Entro 5 giorni dalla data risoluzione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro è tenuto ad informare il Centro per l’impiego competente della cessazione del rapporto di lavoro (art. 21, comma 1, Legge n. 264/1949).

 La comunicazione di cessazione deve essere eseguita anche in presenza di un rapporto di lavoro a termine, allorché avvenga in data antecedente alla data di fine rapporto comunicata al momento della sua instaurazione, proroga o trasformazione. Va comunicata inoltre anche la risoluzione posticipata nel caso del contratto a tempo determinato che si prolunghi per prosecuzione di fatto.

 L’omessa comunicazione è punita con una sanzione amministrativa da € 100 a € 500, per ciascun lavoratore interessato (art. 19, comma 3, D.lgs.276/2003). 

Termini di decadenza per l'impugnazione del licenziamento

Il licenziamento deve essere impugnato a pena di decadenza entro sessanta giorni dalla ricezione della sua comunicazione in forma scritta, ovvero dalla comunicazione, anch' essa in forma scritta, dei motivi, ove non contestuale, con qualsiasi atto scritto, anche extragiudiziale, idoneo a rendere nota la volonta' del lavoratore anche attraverso l'intervento dell'organizzazione sindacale diretto ad impugnare il licenziamento stesso. L'impugnazione e' inefficace se non e' seguita, entro il successivo termine di centottanta giorni, dal deposito del ricorso nella cancelleria del tribunale in funzione di giudice del lavoro o dalla comunicazione alla controparte della richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato. Qualora la conciliazione o l'arbitrato richiesti siano rifiutati o non sia raggiunto l'accordo necessario al relativo espletamento, il ricorso al giudice deve essere depositato a pena di decadenza entro sessanta giorni dal rifiuto o dal mancato accordo. Legge 604/1966

Tentativo preventivo di conciliazione

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, qualora disposto da un datore di lavoro che occupi più di 15 addetti, deve essere preceduto da una comunicazione effettuata dal datore di lavoro alla Direzione territoriale del lavoro del luogo dove il lavoratore presta la sua opera, e trasmessa per conoscenza al lavoratore. Nella comunicazione il datore di lavoro deve dichiarare l'intenzione di procedere al licenziamento per motivo oggettivo e indicare i motivi del licenziamento medesimo nonche' le eventuali misure di assistenza alla ricollocazione del lavoratore interessato. La Direzione territoriale del lavoro trasmette la convocazione al datore di lavoro e al lavoratore nel termine perentorio di sette giorni dalla ricezione della richiesta: l'incontro si svolge dinanzi alla commissione provinciale di conciliazione. La comunicazione contenente l'invito si considera validamente effettuata quando e' recapitata al domicilio del lavoratore indicato nel contratto di lavoro o ad altro domicilio formalmente comunicato dal lavoratore al datore di lavoro, ovvero e' consegnata al lavoratore che ne sottoscrive copia per ricevuta. Le parti possono essere assistite dalle organizzazioni di rappresentanza cui sono iscritte o conferiscono mandato oppure da un componente della rappresentanza sindacale dei lavoratori, ovvero da un avvocato o un consulente del lavoro. La procedura si conclude entro venti giorni dal momento in cui la Direzione territoriale del lavoro ha trasmesso la convocazione per l'incontro. La mancata presentazione di una o entrambe le parti al tentativo di conciliazione e' valutata dal giudice nel successivo ed eventuale contenzioso giudiziario. Legge 604/1966 art. 7.

Durante la prova si può licenziare anche verbalmente

Il licenziamento deve essere comunicato per iscritto e devono essere indicati i motivi. I lavoratori assunti in prova  possono essere licenziati anche oralmente. Ma è consigliabile usare anche per essi la forma scritta con la motivazione del mancato superamento della prova. Legge 604/1966