10/01/2014
La corte di cassazione ha dichiarato la legittimità di un licenziamento disciplinare per aver il dipendente accusato infondatamente il proprio superiore di irregolarità commesse nell’espletamento dell’attività lavorativa senza fornire alcuna prova e risultando anzi le accuse prive di fondamento. Sia la corte di appello di Roma che la corte di cassazione hanno dichiarato la licenziamento fondato e legittimo. La parte della sentenza interessante per la sua pronuncia è così formulata "il lavoratore, nel caso in esame, non sì è limitato ad informare la società di presunte irregolarità commesse, come prescritto dal manuale aziendale di condotta prodotto in atti. Egli è andato ben oltre, insultando apertamente un superiore mediante comunicazione a dirigenti dell'azienda, insinuando reiteratamente sospetti sul suo operato, rifiutando di collaborare al fine di consentire di fare piena luce sulla vicenda, nonostante la richiesta di messa a disposizione dei documenti in suo possesso e di invio di nota esplicativa sulle irregolarità denunciate; comportamento quest'ultimo tanto più ingiustificato a fronte del comportamento della società, che aveva prontamente avviato i dovuti accertamenti, terminati con il riscontro della insussistenza delle irregolarità denunciate". (Cassazione – Sezione lavoro – sentenza 18 ottobre 2007 – 23 gennaio 2008, n. 1431).
I principi affermati in sentenza non possono non essere condivisi anche dal punto di vista morale. Accusare di fatti gravi un superiore e non fornire prova e collaborazione non è giustificabile in alcun modo.
In questo caso vi è la lesione irreversibile del rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro che sempre deve sussistere.
Milano 10 febbraio 2008.