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L'osservanza dell'orario di lavoro promuove e migliora la sicurezza, l'igiene e la salute dei lavoratori

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03/06/2019

L'impresa deve avere un sistema di registrazione dell'orario di lavoro giornaliero che garantisca il lavoratore

Un sindacato dei lavoratori spagnoli ha presentato avanti all'autorità giudiziaria spagnola un ricorso collettivo contro la Deutsche Bank lamentando la mancata istituzione di un sistema aziendale di registrazione dell'orario di lavoro giornaliero svolto dal personale dipendente che consentisse di verificare il rispetto degli orari di lavoro e l'esatto adempimento dell'obbligo aziendale di trasmettere ai rappresentanti sindacali le informazioni relative al lavoro straordinario effettuato mensilmente. La banca spagnola non aveva al suo interno alcun sistema di registrazione dell'orario di lavoro svolto dal suo personale che consentisse di controllare il rispetto dell'orario di lavoro e di calcolare le ore di lavoro straordinario eseguite. In particolare la Deutsche Bank utilizzava un'applicazione informatica che consentiva di registrare esclusivamente le assenze per un'intera giornata, le ferie e altri tipi di permessi, senza tuttavia misurare la durata dell'orario di lavoro svolto da ciascun lavoratore e il numero di ore di lavoro straordinario effettuate.

La Corte Di Giustizia, Grande Sezione, richiamando le direttive europee in materia di diritto del lavoro, ha sottolineato l'importanza del diritto fondamentale di ciascun lavoratore alla "limitazione della durata massima di lavoro e a periodi di riposo giornaliero e settimanale". La corte di giustizia ha richiamato la necessità "che il datore di lavoro tenga registri aggiornati di tutti i lavoratori interessati e che tale registri siano messi a disposizione delle autorità competenti. Il lavoratore deve essere considerato come parte debole del rapporto di lavoro, così che è necessario impedire al datore di lavoro di disporre della facoltà di porgli una restrizione dei suoi diritti. Per la Corte europea non occorre mai dimenticare che questa situazione di debolezza può indurre un lavoratore ad omettere di rivendicare i suoi diritti che potrebbe esporlo a misure adottate dal datore di lavoro in grado di incidere sul rapporto di lavoro in danno del lavoratore stesso. Per la corte di giustizia "una normativa nazionale che non preveda l'obbligo di ricorrere a uno strumento che consente di stabilire con oggettività e affidabilità il numero di ore di lavoro giornaliero e settimanale non è idonea a garantire, conformemente alla giurisprudenza comunitaria, l'effetto utile dei diritti conferiti dall'articolo 31, paragrafo 2, della carta e da tale direttiva, poiché essa priva sia il datore di lavoro sia i lavoratori della possibilità di verificare se tali diritti sono rispettati e può quindi compromettere l'obiettivo di detta direttiva consistente nel garantire una migliore protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori". Per la Corte è vero che il lavoratore può fornire al giudice la prova dell'esecuzione del lavoro straordinario anche con altri mezzi di prova quali le testimonianze, la produzione di messaggi di posta elettronica, la consultazione dei telefoni cellulari o di computer. Ma tenuto conto della situazione di debolezza del lavoratore nel rapporto di lavoro, questa possibilità non può essere considerata come un mezzo di prova efficace idonea a garantire un rispetto effettivo dei diritti di cui trattasi dal momento che i lavoratori possono mostrarsi restii a testimoniare contro il loro datore di lavoro a causa del timore di misure adottate da quest'ultimo in grado di incidere sul rapporto di lavoro a loro svantaggio.

La Corte di Giustizia, Grande Sezione, con sentenza del 14 maggio 2019, ha concluso affermando che una legislazione nazionale che non impone ai datori di lavoro l'obbligo di istituire un sistema interno che consente la misurazione della durata dell'orario di lavoro giornaliero svolto da ciascun lavoratore non è conforme alle direttive del Parlamento europeo e alla carta dei diritti fondamentali dell'unione europea.

Questa sentenza della Corte di Giustizia è di estrema rilevanza perché non può non avere delle ripercussioni nel nostro ordinamento nazionale non esistendo una norma di legge che imponga imperativamente l'utilizzo di strumenti aziendali che rilevino con esattezza l'orario di lavoro osservato nella giornata, nelle settimana e nel mese. Questo buco della legislazione italiana può essere utilmente invocato nelle controversie giudiziarie facendo discendere l'obbligo datoriale di misurare l'orario di lavoro giornaliero dai principi di buona fede nell'esecuzione del contratto e dalla direttiva comunitaria. Ovviamente, l'assenza di un sistema aziendale di rilevazione dell'orario di lavoro, in questa prospettiva, costituisce già un elemento negativo a sfavore dell'azienda. La sentenza impone delle riflessioni serie.

Pewr chi volesse approfondire l'argomento offriamo la lettura della sentenza in forma integrale: Corte di Giustizia.

 

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