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Un dirigente critica il legale rappresentante, licenziato immediatamente.

Il dirigente non deve esprimere giudizi negativi nei confronti del legale rappresentantedi una società.

Un dirigente di una società milanese, in diverse occasioni, parlando con i suoi collaboratori, ha espresso dei giudizi negativi sulle capacità imprenditoriali del legale rappresentante della società. Si trattava di giudizi sulle sue effettive capacità di direzione e sulla opportunità e convenienza delle sue scelte organizzative e imprenditoriali. É stato dipinto come un incapace.

Il legale rappresentante della società, informato dai suoi collaboratori, sia pure a distanza di qualche mese dai fatti, ha contestato formalmente al dirigente questo suo atteggiamento critico nei confronti della direzione aziendale. Il dirigente si è giustificato sostenendo di non aver mai criticato o espresso giudizi negativi sulla persona del legale rappresentante, ma avendo i vari collaboratori confermato la circostanza, la società si è indotta a comunicargli il licenziamento per giusta causa.

Il dirigente ha impugnato il licenziamento chiedendo la corresponsione della indennità sostitutiva del preavviso e del l'indennità supplementare risarcitoria. Tra luna e l'altra voce si tratta di circa 30 mesi di retribuzione.

Il tribunale di Milano, sulla opposta versione dei fatti, ha disposto la prova testimoniale chiamando davanti a sè quelle persone che avrebbero sentito pronunciare i giudizi negativi.

Se i testi dovessero confermare la circostanza delle critiche il dirigente rischia seriamente di vedersi rigettato integralmente il suo ricorso. Se il giudice ha ammesso la prova testimoniale significa inequivocabilmente che i fatti sono considerati rilevanti ai fini della sua decisione.

 

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