20/02/2014
Il dirigente non deve esprimere giudizi negativi nei confronti del legale rappresentantedi una società.
Un dirigente di una società milanese, in diverse occasioni, parlando con i suoi collaboratori, ha espresso dei giudizi negativi sulle capacità imprenditoriali del legale rappresentante della società. Si trattava di giudizi sulle sue effettive capacità di direzione e sulla opportunità e convenienza delle sue scelte organizzative e imprenditoriali. É stato dipinto come un incapace.
Il legale rappresentante della società, informato dai suoi collaboratori, sia pure a distanza di qualche mese dai fatti, ha contestato formalmente al dirigente questo suo atteggiamento critico nei confronti della direzione aziendale. Il dirigente si è giustificato sostenendo di non aver mai criticato o espresso giudizi negativi sulla persona del legale rappresentante, ma avendo i vari collaboratori confermato la circostanza, la società si è indotta a comunicargli il licenziamento per giusta causa.
Il dirigente ha impugnato il licenziamento chiedendo la corresponsione della indennità sostitutiva del preavviso e del l'indennità supplementare risarcitoria. Tra luna e l'altra voce si tratta di circa 30 mesi di retribuzione.
Il tribunale di Milano, sulla opposta versione dei fatti, ha disposto la prova testimoniale chiamando davanti a sè quelle persone che avrebbero sentito pronunciare i giudizi negativi.
Se i testi dovessero confermare la circostanza delle critiche il dirigente rischia seriamente di vedersi rigettato integralmente il suo ricorso. Se il giudice ha ammesso la prova testimoniale significa inequivocabilmente che i fatti sono considerati rilevanti ai fini della sua decisione.