15/11/2019
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, in una recente sentenza, è intervenuta in materia di controlli a distanza sull'attività lavorativa fissando alcuni importanti principi che possono essere così enucleati.
Il lavoratore ha diritto al rispetto della sua vita privata; il datore di lavoro, a sua volta, deve vedersi garantita dall'ordinamento giuridico la protezione della sua proprietà e l’agevole operatività della sua organizzazione aziendale. Qualsiasi azione del datore di lavoro che costituisca interferenza nella vita privata dei lavoratori, per essere lecita, deve necessariamente perseguire uno scopo legittimo e deve essere proporzionata allo scopo che si vuole conseguire. Il datore di lavoro non deve avere la disponibilità di alcun altro mezzo che consenta di raggiungere ugualmente lo scopo avuto di mira.
I lavoratori hanno il diritto ad essere informati preventivamente sull'esistenza delle misure protettive e di controllo. Le prove raccolte con le videocamere ben possono essere utilizzate contro i lavoratori per l'esercizio del potere disciplinare del datore di lavoro.
La Corte ha ritenuto legittima anche l'istallazione occulta di una videocamera aziendale che era stata montata allo scopo di individuare gli autori dei gravissimi furti che avevano compromesso la stessa sopravvivenza economica dell'azienda.