15/02/2014
Una nota azienda tessile di Pavia ha chiuso la sua attività licenziando i lavoratori occupati alle sue dipendenze. Un gruppo di lavoratori, però, si è rivolto al tribunale di Pavia, sostenendo che, in realtà, l'azienda non ha cessato l’ attività perché di fatto e in modo fraudolento l’attività è stata trasferita ad un’altra, società, ben nota sul mercato tessile nazionale, che ne ha rilevato tutti gli elementi costitutivi: avviamento commerciale, marchio, clienti, fornitori, agenti, lasciando fuori solo le sgradite maestranze perché troppo costose.
Il tribunale di Pavia sezione lavoro ha avviato un’approfondita indagine sentendo le parti e i testimoni indicati dalle parti.
All'esito di quest’ attività istruttoria, lunga e complessa, il tribunale ha deciso di chiedere al curatore del fallimento della società l'esibizione di tutti gli atti relativi ai rapporti commerciali esistenti tra le 2 società al fine di verificare definitivamente se quell'azienda è morta realmente o è stata semplicemente trasferita in capo al nuovo soggetto.
Se si dovesse trattare di un trasferimento d'azienda, i lavoratori avrebbero diritto di essere assunti dalla nuova società con il risarcimento dei danni per tutte le retribuzioni mensili perse dal loro licenziamento alla effettiva reintegrazione nel posto di lavoro.
I lavoratori fin dall'inizio sono stati assistiti dalla Uilta di Milano il cui segretario Massimo Mazza ha dichiarato che " Questi lavoratori hanno subito un gravissimo torto perchè sono stati messi in cassa integrazione e successivamnete licenziati mentre l'azienda con il suo avviamento commerciale è stata svenduta per quattro soldi, con danno non solo dei lavoratori ma anche di tutti i creditori sociali che non avuto soddisfatti i loro crediti. Il tribunale ci auguriamo che faccia giustizia. "