15/02/2014
Il socio lavoratore di cooperativa, trattamento giuridico.
Avanti il tribunale di Milano pende una controversia assai interessante. Un gruppo di lavoratori soci di una cooperativa reclamano l'applicazione al loro rapporto di lavoro subordinato del contratto collettivo del settore magazzini generali. La cooperativa, invece, ha applicato il contratto collettivo del settore terziario autonomo avanzato, che rispetto al contratto dei magazzini generali prevede una retribuzione inferiore del 31%.
I lavoratori rivendicano l'applicazione delcontratto dei magazzini generali perché essi invocano una legge del 2001 che disciplina il lavoro dei soci di cooperativa; questa legge prevede esplicitamente che al rapporto di lavoro dei soci lavoratori con rapporto di lavoro subordinato deve essere applicato obbligatoriamente il contratto collettivo del settore merceologico di appartenenza, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale.
Il contratto collettivo del settore merceologico è quello dei magazzini generali e non quello del settore terziario autonomo avanzato.
La causa deve essere decisa dal presidente della sezione lavoro del tribunale di Milano, il dottor Pietro Martello, che per la sua autorevolezza e prestigio, avrà un particolare significato perché nella stessa sezione lavoro del tribunale di Milano in passato si sono avuti indirizzi e interpretazioni opposte.
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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo