15/02/2014
Supermercato condannato per somministrazione illecita.
Una grossa realtà commerciale lombarda, che opera nel settore della grande distribuzione, è stata condannata dal tribunale di Milano, con sentenza poi confermata in corte di appello, ad assumere alle sue dipendenze la lavoratrice e a corrisponderle differenze retributive pari a circa € 100.000 avendo ritenuto che nella prestazione lavorativa si configurasse una somministrazione illecita di manodopera. L’impiegata risultava essere formalmente dipendente di una cooperativa; questa cooperativa aveva mandato quell'impiegata a prestare la sua attività nel supermercato; nel supermercato l'impiegata prendeva gli ordini dalla struttura gerarchica del supermercato, con totale estraneità della cooperativa che l'aveva mandata a lavorare in quel posto e che l'aveva assunta. Il corrispettivo del contratto di appalto, tra la cooperativa e il supermercato, inoltre, era commisurato alle ore di lavoro prestate effettivamente dell'impiegata, senza rischio di impresa da parte della cooperativa. Tutto questo ha indotto il tribunale a ritenere sussistente la somministrazione illecita di manodopera con imputazione del rapporto di lavoro direttamente alle dipendenze del supermercato che la utilizzava. Il supermercato è stato condannato al pagamento delle differenze retributive e al versamento dei contributi previdenziali. Una sconfitta totale.
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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo