A- A A+

impresa familiare, lite tra coniugi

vince il marito titolare dell'impresa

     Un quadro familiare armonico: marito, moglie, figlia e un’attività commerciale ben avviata e senza problemi economici. Lei accudisce la figlia e aiuta nel tempo libero il marito nelle attività del bar, fino a quando conosce un avventore, con il quale inizia una relazione che la spinge a lasciare il marito, dopo tanti anni di matrimonio.

      Non bastasse, la moglie avanza anche la pretesa dell'esistenza nonostante che non vi sia alcun atto, di una impresa familiare nella gestione del bar e reclama la liquidazione della metà del valore dell'esercizio commerciale.

Supervisore di Bar a LondraIl marito, affermando l'inesistenza dell'impresa familiare, per non averla mai pattuita, propone una soluzione conciliativa anche per non inasprire i rapporti ma lei continua ad andare per la sua strada portando in tribunale delle agende con i presunti incassi in nero del bar. Con la minaccia della guardia di finanza, cerca di premere sulla volontà del marito. Ma le sue richieste sono tali che il marito preferisce la guardia di finanza. Per lui le minacce della moglie e le indagini della guardia di finanza, hanno lo stesso valore intimidatorio.

La moglie chiede il sequestro conservativo dei beni del marito ma il tribunale rigetta l'istanza.

 il giudice adesso vuole accertare l’effettiva posizione della moglie all'interno dell'azienda e ha disposto le prove testimoniali. 

 I primi testimoni hanno sconfessato la tesi della moglie perché non hanno confermato la sua presenza in azienda dalla mattina alla sera, tutti i giorni della settimana, come sostenuto nei suoi atti difensivi. La prova continua nella prossima udienza già fissata dal tribunale del lavoro. Milano 15 febbraio 2014.

Aggiornamento 12 marzo 2014. 

Il tribunale, accogliendo le eccezioni difensive del marito, ha rigettato integralmente ogni richiesta di pagamento avanzata dalla moglie.

La difesa del marito ha sostenuto che l'impresa familiare deve sempre essere stata voluta e pattuita dai coniugi perché non é configurabile per il semplice fatto che ila moglie collabori nella gestione dell'attività. Nel caso concreto non é stata mai concordato tra i coniugi la costituzione tra loro di una impresa familiare. La collaborazione del coniuge deve, comunque, essere stata continua e prevalente su ogni altra attività e deve essere stata intesa come obbligatoria.

Tutti questi elementi nel caso concreto non sussistevano.

La difesa della moglie ha evidenziato la scarsa attendibilità dei testimoni, che hanno riferito che la moglie fosse presente in modo saltuario mentre la sua presenza nell'azienda era continua, come avrebbero dimostrato le numerose e mail scambiate con il commercialista.

Il giudice evidentemente é stato convinto dalle tesi giuridiche del marito. Ha rigettato le domande della moglie e l'ha condannata al pagamento delle spese di lite. Tra qualche giorno depositerà in cancelleria la motivazione della sua decisione.

Rotonda della Besana, Milano | Hotel St. George Milano

Lo studio.

Lo studio è ubicato nel centro storico di Milano, di fronte alla Rotonda della Besana, ed è adiacente al palazzo di giustizia.
Lo studio é aperto dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30, dal lunedì al venerdì.
L'ubicazione dello studio é utile per le attività avanti tutti gli uffici giudiziari milanesi ( Giudice di Pace, Tribunale, Corte di Appello, Tar Lombardia). 

ACCESSO DAL VOSTRO DOMICILIO AI DATI DELLA VOSTRA PRATICA, OVUNQUE VOI SIATE

17/11/2015    Il nostro studio per rendere sempre più efficienti i suoi servizi, ha attivato a favore dei propri assistiti un sistema di accesso ai dati in remoto. Questo accesso consente al cliente, dalla propria sede o abitazione di consultare il fascicolo con i documenti e i dati giudiziari che si riferiscono alla controversia. In questo modo si  consente al cliente... [Leggi tutto]

AI CLIENTI DELLO STUDIO

  Videoconferenza, piattaforma per videochiamate e chat a distanza ...Per una migliore organizzazione, in termini di efficienza e di assoluta tempestività, per le consultazioni con lo studio, che abbiano carattere di urgenza, vi suggeriamo di usare la videoconferenza. Realizzare un sistema di videoconferenza è estremamente semplice, e a costo zero. Un computer, che abbia un video con le casse incorporate, e il collegamento via internet con banda larga  é tutto quello che occorre. Il sistema consente di avere confronti e colloqui in via immediata, con risparmio di tempo e di costi da parte di tutti. Uno strumento eccezionale per il lavoro e  per il collegamento tra i vostri uffici e lo studio.

L'AVVOCATURA STRUMENTO DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' 

La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo