17/01/2014
Il danno da dequalificazione professionale e quello da mobbing sono due identità autonome e separate. Il lavoratore che li assume ha l’onere di dare la prova rigorosa e idonea della loro separata esistenza.
La dequalificazione, da sola, non è automatica espressione di un comportamento mobbizzante da parte del datore di lavoro.
Il lavoratore nel caso concreto sosteneva che il suo demanzionamento rappresentava la sua discriminazione quotidiana e sistematica subita nell’esecuzione dell’attività lavorativa.
La corte di Cassazione, però, ha respinto questa impostazione affermando che la dequalificazione non costituisce in sé e per sé, prova di una volontà oppressiva e vessatoria di mobbing.
Cassazione – Sezione lavoro – 2008, n. 1971
Milano 22/10/2008