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Violenza sessuale contro una minorenne, anche se al di fuori del luogo di lavoro e dopo 13 anni, giustifica il licenziamento per giusta causa.

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15/06/2023

L'azienda, appena ne ha avuto conoscenza, ha contestato al dipendente, con mansioni di postino e con contatti con il pubblico, di aver avuto ,13 anni prima, una condanna penale per violenza sessuale nei confronti di una minorenne mentre si trovavano in una discoteca. Nell'occasione, "in modo insidioso e repentino, nonché usando violenza, consistita nell'afferrare per un braccio l’allora minorenne, e nel tirarla con forza verso di sé, la costringeva a subire atti sessuali consistiti nel metterle una mano sotto la gonna e nel toccarle gli organi genitali".

La sentenza penale di condanna era divenuta definitiva con passaggio in giudicato.

All'esito della procedura di contestazione di addebito, il lavoratore è stato licenziato per giusta causa, ritenendo l'azienda che il rapporto fiduciario nei confronti della persona del lavoratore per quel fatto si fosse irrimediabilmente interrotto.

Il Tribunale e la Corte di Appello hanno ritenuto che questa condanna penale, per la violenza perpetrata su una minore in una discoteca, per il contesto in cui il fatto si era svolto e per il tempo trascorso, non fosse così grave da giustificare la risoluzione del rapporto di lavoro. Il lavoratore è stato così reintegrato nel posto di lavoro con tutte le conseguenti provvidenze a suo favore.

La Corte di Cassazione, alla quale si è rivolta l'azienda, è stata di parere giuridico totalmente opposto. Essa, così, ha accolto il ricorso dell'azienda affermando il seguente principio giuridico al quale la nuova Corte di Appello designata per il giudizio del rinvio dovrà attenersi:

Non v'è dubbio che il comportamento per il quale il lavoratore è incorso in una condanna in sede penale, per quanto risalente nel tempo, rivesta un carattere di gravità che non può essere suscettibile di attenuazione solo per effetto del tempo trascorso, dato del tutto neutro. Né tale condotta può esser considerata meno grave, secondo il diffuso comune sentire, sol perché si è svolta in un luogo deputato al divertimento. Una violenza sessuale ai danni di una minore di età, in qualsiasi contesto sia commessa, è secondo uno standard socialmente condiviso una condotta che per quanto di per sé estranea al rapporto di lavoro è idonea a ledere il vincolo fiduciario a prescindere dal contesto in cui la stessa è stata commessa e dal tempo trascorso dal fatto, a maggior ragione ove l'attività lavorativa svolta ponga il lavoratore a diretto contatto col pubblico.

Nel valutare poi la distanza temporale tra il fatto e l'incidenza sul vincolo fiduciario la Corte di merito avrebbe dovuto tenere presente il momento in cui la società è venuta a conoscenza del fatto mai prima comunicatole. Si tratta di elemento che rileva non soltanto ai fini di una valutazione della tempestività della reazione datoriale, che nella specie non appare essere controversa, ma anche nella verifica della persistenza del rapporto fiduciario che deve sorreggere la relazione tra datore di lavoro e lavoratore."

La cassazione ha concluso affermando che “Peraltro, la Corte di merito ha trascurato di considerare che a norma dell'art. 54 comma VI lett. h) del CCNL, la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso trova applicazione nel caso di "condanna passata in giudicato per condotta commessa non in connessione con lo svolgimento del rapporto di lavoro, quando i fatti costituenti reato possano comunque assumere rilievo ai fini della lesione del rapporto fiduciario". In base a tale disposizione collettiva, richiamata nella lettera di licenziamento, il giudice è tenuto a valutare la gravità del fatto costituente reato per come accertato e valutato in sede penale e con efficacia di giudicato senza che a tal fine rilevino altri elementi di contorno esterni (quale ad esempio il tempo trascorso e l'unicità del fatto)". Cass. civ, sez. lav., ord., 23 maggio 2023, n. 14114.

I fatti di rilevanza penale anche se avvenuti al di fuori del luogo di lavoro e per motivi che co lavoro nulla hanno a che vedere, a volte incidono profondamente nel rapporto contrattuale portandolo anche alla risdoluzione definitiva per giusta causa.

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