20/09/2020
Eclettica anche in architettura, tra palazzi antichi e grattacieli, Milano conserva ancora una città fatta di pietra e ferro, di stucchi e bronzi, di vetri istoriati, mosaici e ceramiche.. E' la Milano del Liberty, quello stile "Art Nouveau", particolare e modernista, innovativo nell'uso dei materiali, che ebbe successo più di cent'anni fa ormai, agli inizi del '900. Palazzi , piazze, monumenti, frutto dell'estro e della creatività di architetti, artisti ed artigiani come Giuseppe Sommaruga o Alessandro Mazzucotelli, diedero un volto nuovo alla città, promuovendo una evoluzione stilistica al passo coi tempi, con i cambiamenti sociali ed economici e con la borghesia, legata all'industria ed al commercio, desiderosa di mostrare la propria ricchezza attraverso stili architettonici nuovi ed appariscenti.
Conoscere una città significa andare alla ricerca della sua identità e a Milano questa identità la si ritrova nelle tante architetture sparse qua e là che meritano di essere riscoperte magari passeggiando col naso all'insù, attratti da decorazioni, fregi floreali e vegetali realizzati su vetro o con il ferro battuto, ceramiche dipinte sulle facciate e forme fantasiose e leggere, a volte un po' ripetitive, ma comunque straordinarie per abilità di esecuzione ed uniche di uno stile che ebbe vita breve ma feconda. La maggior parte delle architetture e delle decorazioni Art Nouveau si trova nelle zone centrali di Milano, dove i palazzi ancora portano i nomi dei primi proprietari. Uno degli edifici più rappresentativi di Art Nouveau è Casa Galimberti. Costruita tra il 1902 ed il 1905, è un superbo esempio di utilizzo della maiolica decorativa e del ferro battuto. La superficie esterna del'edificio è rivestita da piastrelle dipinte che, simili ad un mosaico, tratteggiano figure maschili e femminili in un intreccio di piante fiorite e rigogliose. Un insieme decorativo di grande impatto visivo. Anche Casa Campanini, progettata nel 1906, combina vetri policromi, ferro battuto, affreschi all'interno e cemento modellato. L'uso del cemento era frequente perché rappresentava una continuazione dell'uso tradizionale dello stucco ma in chiave innovativa. Una citazione merita l'Acquario Civico, istituito per l'Esposizione Universale del 1906 a Milano. Esso rappresenta una delle maggiori espressioni di Art Nouveau con la rappresentazione del mondo marino e sottomarino attraverso fregi, ceramiche e sculture.
Il Cimitero Monumentale della città è un vero museo di scultura a cielo aperto. Fregi, mosaici e marmi policromi furono utilizzati, in modo spesso fantasioso, per decorare le tombe dei ricchi borghesi, desiderosi di mostrare il proprio prestigio anche negli arredi funebri. Intorno al 1915 la stagione del Liberty stava già per concludersi, lasciandosi alle spalle importanti testimonianze di questo stile.. Mi piace citare, come ultimo esempio, un edificio Art Nouveau del 1910, Casa Sartorio, la cui sagoma ricorda il ferro da stiro. Anche Milano dunque, come New York, ha il suo piccolo "Flatiron Building"! Un itinerario curioso ed interessante, questo proposto, in una città, Milano, sempre in evoluzione e che oggi vede sorgere moderni grattacieli di vetro ed acciaio. Ma questa è un'altra storia.
Graziella Colombo
Pandora, la prima donna della mitologia greca che inaugura la discriminazione di genere
Narra un mito greco che la prima donna mandata sulla terra dagli dei fosse Pandora, e che fosse stata inviata per punire gli uomini della loro superbia. In un tempo lontanissimo, infatti, sulla terra esistevano solo esseri di sesso maschile, quando l’eroe Prometeo (colui che guarda avanti), amico degli uomini, volle portar loro il fuoco e quindi il progresso. Gli dei, irati per questo atto di disobbedienza, condannarono Prometeo ad una pena atroce e gli uomini ad aver bisogno delle donne. A Pandora gli dei avevano donato sia un bell’aspetto che un cuore menzognero ed un’indole ambigua. La prima donna era stata definita “un male così bello” che nessuno le poteva sfuggire. Ora, il fratello di Prometeo, che si chiamava Epimeteo, un giovane impulsivo che non pensava alle conseguenze delle sue azioni ( il suo nome significa “vedo dopo”), si invaghì di Pandora e la portò nella sua casa. Alla donna era stato detto che non avrebbe dovuto mai aprire un certo vaso: quale migliore raccomandazione per cedere alla tentazione di aprirlo? Il vaso venne aperto. Fu così che tutti i mali, prima sconosciuti agli esseri umani, si diffusero sulla terra. Ma, per fortuna, sul fondo del vaso rimase attaccata solo la speranza, unica consolazione per l’umanità.
Il mito greco con questa narrazione ci fornisce la spiegazione sulle ragioni della differenza di genere attribuendo la radice di tutti i mali del mondo alla donna. Nella mitologia greca e nei secoli successivi, la posizione della donna è stata sempre connotata da emarginazione e discriminazione perché nel pensiero filosofico le si è attribuita la causa di tutti i mali del mondo. La donna nella nostra storia meno recente non ha mai avuto ruoli, tranne rarissimi casi. A questa concezione negativa della mitologia greca fa da parallelo, sulla riva opposta del mare Egeo, anche la narrazione del libro della genesi con la figura di Eva che, con il suo comportamento, ha causato la sua definitiva cacciata, insieme a quella di Adamo, dal paradiso terrestre. La cultura occidentale moderna affonda le sue radici nella storia e nei valori greco-giudaico-cristiani. Ben si comprende, quindi, la dura lotta delle donne per conquistare nell'epoca moderna la parità di genere sul lavoro. Pandora ed Eva, anche ai giorni nostri, costituiscono il subconscio e la subcultura con cui occorre confrontarsi nella lotta quotidiana per conquistare la parità di genere nella società, nelle istituzioni e anche sul luogo di lavoro.
Divieto di discriminazioneè vietata la discriminazione fondata sul sesso avente ad oggetto:
l'accesso al lavoro, il trattamento retributivo, i premi, la qualifica, le mansioni, la carriera e ogni altro aspetto del trattamento economico e normativo.
la discriminazione può essere diretta o indiretta. La discriminazione indiretta si ha quando un comportamento o una condotta che appaiono essere neutri in realtà discriminano in ragione del sesso.
Dimissioni e maternità
La risoluzione consensuale del rapporto o la richiesta di dimissioni presentate dalla lavoratrice, durante il periodo di gravidanza, e dalla lavoratrice o dal lavoratore durante i primi tre anni di vita del bambino o nei primi tre anni di accoglienza del minore adottato o in affidamento, o, in caso di adozione internazionale, nei primi tre anni, devono essere convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali competente per territorio. A detta convalida e' sospensivamente condizionata l'efficacia della risoluzione del rapporto di lavoro.