18/06/2019
Una lavoratrice agisce in tribunale assumendo che il suo contratto di lavoro a part-time difettava della forma scritta e che il rapporto di lavoro doveva considerarsi a tempo pieno. Conseguentemente la lavoratrice ha chiesto la condanna del datore di lavoro al pagamento delle retribuzioni pari alla differenza esistente tra la prestazione a tempo pieno e la prestazione a tempo parziale. Il tribunale e la corte di appello hanno respinto questa domanda.
La lavoratrice ha fatto ricorso in Cassazione.
La Cassazione ha accolto il ricorso affermando i seguenti principi:
1 il contratto a tempo parziale richiede, pena di nullità, la forma scritta. La forma risponde all'esigenza di garantire la certezza della natura del contratto responsabilizzando il consenso del lavoratore. L'assenza della forma scritta comporta come conseguenza di legge che il contratto di lavoro debba considerarsi come rapporto di lavoro ordinario a tempo pieno, con il conseguente diritto del lavoratore alla retribuzione parametrata all'orario di lavoro a tempo pieno.
2. Il lavoratore può ottenere il pagamento delle differenze tra la prestazione lavorativa a tempo pieno e quella a tempo parziale a condizione che abbia messo in mora il datore di lavoro offrendogli la residua prestazione lavorativa. Il datore di lavoro ha l'obbligo di corrispondere il compenso della prestazione di lavoro non resa quando questa prestazione non è stata possibile a causa del suo rifiuto ingiustificato di riceverla. Il lavoratore per ottenere il risarcimento del danno pari alle ore di lavoro che non ha potuto prestare deve attivarsi offrendo l'esecuzione delle sue prestazioni, costituendo in mora il datore di lavoro. Il datore di lavoro si costituisce in mora mediante l'intimazione di ricevere la prestazione con il compimento degli atti che sono da parte sua necessari per renderla possibile.
La Cassazione ha così affermato che, "In ipotesi di nullità del contratto a part-time per difetto dei requisiti del contenuto di forma previsti da norme imperative di legge, deve ritenersi costituito un ordinario rapporto di lavoro, previa eliminazione della clausola nulla; con il conseguente diritto del lavoratore al risarcimento del danno, commisurato alle differenze retributive rispetto all'orario full time svolto, solo ove risulti la mora accipiendi di parte datoriale, in coerenza con il principio di corrispettività delle prestazione". Sentenza Cassazione n. 14.797 depositata in cancelleria il 30 maggio 2019.
P.s. del 29 dicembre 2019
Il contratto di lavoro a tempo determinato dall’entrata in vigore della prima legge del 2001 ha subito negli anni successivi plurimi interventi legislativi che ne hanno modificato sensibilmente la disciplina. Si tratta di una figura giuridica magmatica sottoposta a duri interventi tellurici. Leggendo le varie sentenze dei giudici riportati nel nostro sito occorre collocare nel tempo i fatti e il diritto per non essere fuorviati e cadere gravemente in errore sulla disciplina effettiva del caso concreto sotto il vostro esame.
Nella foto opera di Alberto Burri, nato nel 1915, morto nel 1995. Maestro della materia: catrami, muffe, sacchi, combustioni, plastiche, cretti e cellotex.
Contratto a tempo determinato disciplina vigente
La lettera di assunzione, atto fondativo del rapporto di lavoro
La lettera di assunzione rappresenta il contratto di lavoro. Nella lettera di assunzione devono essere riportate tutte le condizioni di lavoro: retribuzione, mansioni, patto di prova, applicazione del contratto collettivo, inquadramento, compenso, numero delle mensilità e ogni altro elemento utile ad identificare il trattamento economico e normativo pattuito. Nella lettera di assunzioni si possono prevedere patti di non concorrenza e termini di decadenza che maturino anche in costanza di rapporto di lavoro. La lettera di assunzione é il documento più importante del rapporto di lavoro. La sua elaborazione deve essere frutto di grande attenzione. Le imprese devono evitare l'uso di modelli o formulari perché le soluzioni adottabili possono essere le più diverse. L'autonomia negoziale é molto ampia. Nella cornice giuridica del rapporto di lavoro possono essere adottate le soluzioni più varie. Non esiste un solo modello contrattuale ma esistono infiniti modelli con le condizioni più diverse. L'autonomia negoziale non é utilizzata dalle parti o é utilizzata in modo del tutto marginale o malamente.
Il contratto a tempo determinato deve essere sottoscritto, a pena di nullità, con la forma scritta. Si tratta di un patto che deve risultare esplicitamente accettato dal lavoratore interessato.
Il contratto collettivo e la sua applicazione al singolo rapporto di lavoro
L'applicazione del contratto collettivo non é obbligatoria. Nella loro autonomia le parti possono far disciplinare il loro rapporto di lavoro dalle norme del codice civile, dalle leggi speciali e dagli accordi economici valevoli erga omesse della fine degli anni 50 e 60. Nel caso in cui le parti decidano di applicare al rapporto di lavoro il contratto collettivo non é obbligatorio applicare il contratto del settore merceologico di appartenenza ben potendo le parti richiamarsi ad un qualsiasi altro contratto collettivo. L'importante é che il trattamento economico e normativo complessivo riconosciuto al collaboratore corrisponda ai criteri previsti dall'art. 36 della costituzione.
Per il socio lavoratore di una cooperativa con rapporto di lavoro subordinato, invece, è obbligatorio per legge applicare il contratto collettivo del settore merceologico di appartenenza.