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Schiaffeggia, danneggia, sbatte la porta

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20/01/2019

Licenziamento immediato ritenuto legittimo dai giudici

Un dipendente aggredisce e schiaffeggia la vice responsabile della filiale di una banca, colpisce con un pugno la tastiera di un computer  del capo ufficio e esce dall'ufficio del suo capo  prendendo a calci la porta. La banca lo licenzia per giusta causa.

Il lavoratore impugna il licenziamento assumendo, a giustificazione del suo comportamento, di essere stato destinatario di comportamenti mobbizzanti da parte della vice responsabile. A suo dire quel comportamento trovava origine in  una  ingiusta condotta posta in essere nei suoi confronti da parte della vice responsabile della filiale: Egli ha legittimamente reagito ad angherie e soprusi altrui. Il tribunale e la corte di appello gli danno torto, però, confermando in pieno  la legittimità del licenziamento, per essere venuto meno il rapporto di fiducia. Tutto questo anche se in passato il dipendente non aveva subito altre sanzioni. L'attività istruttoria espletata  dal tribunale non ha confermato l'esistenza di   soprusi e angherie nei suoi confronti; se vi fossero stati avrebbero potuto alleggerire la sua posizione di gravissima inadempienza.

Il lavoratore ha depositato ricorso per cassazione. La cassazione, però, ha respinto il suo ricorso dichiarandolo inammissibile perché i motivi di doglianza  investivano il merito della controversia, proponendo  una diversa ricostruzione dei fatti sui quali la cassazione per legge non ha il potere di intervenire. Il licenziamento è diventato così definitivo. Civile Sent. Sez. L Num. 1197 Anno 2019. Data pubblicazione: 17/01/2019.

Il comportamento da piccolo Orlando Furioso del lavoratore  è stato sicuramente  inescusabile e l’unanime giudizio di tutti i giudici che se ne sono occupati ne è la conferma. 

 

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Lo studio.

Lo studio è ubicato nel centro storico di Milano, di fronte alla Rotonda della Besana, ed è adiacente al palazzo di giustizia.
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L'AVVOCATURA STRUMENTO DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' 

La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo