05/02/2017
Un condominio ha intimato il licenziamento al suo portiere; il portiere ha impugnato l'atto. A seguito di trattative, il portiere si è impegnato a rilasciare l'alloggio e il condominio a corrispondergli le competenze di fine rapporto con l'aggiunta di una "buonuscita". Il portiere, però, nonostante l'impegno assunto non ha provveduto a rilasciare libero di sé, persone e cose l'alloggio condominiale, che godeva in contropartita del rapporto di lavoro, alla data fissata.
Il condominio per ottenere il rilascio dei locali della portineria adibito ad alloggio, è stato costretto a dover promuovere un'azione giudiziaria avanti il tribunale del lavoro di Milano.
Il tribunale ha accolto la domanda del condominio ed ha ordinato all'ex portiere di rilasciare immediatamente l'alloggio. Il tribunale di Milano ha motivato la sentenza affermando che "la concessione in godimento dell'immobile in ragione del rapporto di lavoro è una prestazione accessoria del rapporto stesso (così Cass., sez. lav., 30 ottobre 2012, n. 18649) funzionalmente collegata con la prestazione lavorativa, costituendone un parziale corrispettivo. L'utilizzazione dell'alloggio costituisce, dunque, una prestazione accessoria del rapporto di portierato e, in quanto tale, non integra un autonomo rapporto di locazione. Dunque tale patto accessorio segue le sorti del contratto cui accede, essendo a questo funzionalmente collegato, con evidente obbligo di rilascio al momento della cessazione del rapporto di lavoro." (Tribunale di Milano sezione lavoro 6 dicembre 2016 giudice Mariani).
Il principio giuridico affermato nella sentenza è pienamente condivisibile e in linea con il costante orientamento della corte suprema di cassazione.
Segnaliamo la sentenza per evidenziare che il ricorso è stato depositato in via telematica l'8 settembre 2016; la decisione è stata pronunciata dal tribunale di Milano il 6 dicembre 2016. La definizione del giudizio si è avuta in tre mesi. Si tratta di una performance eccezionale di cui va reso merito al tribunale, il giudice, al processo telematico e alla cancelleria. Questa è l'Italia che ci piace.
Nella foto: immagine tratta dal film La banda degli onesti, con Totò e Peppino De Filippo. Totò è il portiere del condominio e gode dell'alloggio di servizio dove vive con la famiglia.
AI CLIENTI DELLO STUDIO
Per una migliore organizzazione, in termini di efficienza e di assoluta tempestività, per le consultazioni con lo studio, che abbiano carattere di urgenza, vi suggeriamo di usare la videoconferenza. Realizzare un sistema di videoconferenza è estremamente semplice, e a costo zero. Un computer, che abbia un video con le casse incorporate, e il collegamento via internet con banda larga é tutto quello che occorre. Il sistema consente di avere confronti e colloqui in via immediata, con risparmio di tempo e di costi da parte di tutti. Uno strumento eccezionale per il lavoro e per il collegamento tra i vostri uffici e lo studio.
La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo