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Il codice disciplinare aziendale

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17/11/2015

Perchè l'impresa deve adottare un suo codice disciplinare aziendale? Le previsioni del codice disciplinare aziendale, con l’entrata in vigore della legge Fornero del mese di luglio 2012, vincolano il potere decisionale del giudice che adesso le deve applicare e considerare come se fossero legge.

La legge Fornero é rigida in entrata perché ha limitato  il contratto a progetto, il lavoro intermittente e ha disciplinato in modo rigoroso il contratto con partita IVA, ridotta la ricorribilità al contratto di associazione in partecipazioni e alle prestazioni occasionali. Ma la legge Fornero é molto più flessibile sull'uscita dal lavoro e cioè nelle intimazioni dei  licenziamento rispetto a prima. 

La flessibilità ha uno dei suoi aspetti nel licenziamento disciplinare. Il codice disciplinare con la nuova disciplina sul licenziamento é essenziale per l'azienda; l'azienda che non sa sfruttare le opportunità che le offre la legge Fornero subisce le ristrettezze introdotte dalla nuova legge sulle figure contrattuali ma non usufruisce delle  opportunità in uscita e nella gestione complessiva del rapporto di lavoro.

Perché adottare il codice disciplinare aziendale? Semplicemente perché nel caso in cui il codice disciplinare aziendale punisca con il licenziamento quella particolare infrazione commessa dal lavoratore, il giudice non avrà più la possibilità di potersi discostare da questa valutazione del codice sulla gravità e sulla idoneità del fatto a risolvere il rapporto di lavoro. Prima della legge Fornero, il giudice non era vincolato. Il giudice poteva ben discostarsi anche in modo clamoroso non solo dal codice aziendale ma anche dalle previzioni del contratto collettivo e ordinare la reintegrazione nel posto di lavoro.

Adesso non è più così. Nel codice disciplinare aziendale si può ben prevedere che il lavoratore che incorra per la terza volta nella sanzione per essersi presentato in ritardo al posto di lavoro può essere licenziamento con o senza preavviso. Se é licenziato il giudice non potrà mai annullare quel licenziamento perché ritenuto sproporzionato. Il giudice è vincolato, legato alle previsioni del codice disciplinare aziendale. É un principio giuridico affermato nella legge fornero che nel nostro panorama giuridico é semplicemente rivoluzionario rispetto al passato. Il potere discrezionale del giudice con questa nuova normativa semplicemente non esiste più. Il codice disciplinare aziendale per avere questi effetti occorre che sia ben elaborato e predisposto e che sia rispettoso dei principi generali del diritto del lavoro e dell'ordinamento giuridico e delle disposizioni del contratto collettivo nazionale di lavoro.  Il codice disciplinare deve integrarsi perfettamente con le previsioni disciplinari del contratto nazionale di lavoro. Evidentemente le norme del codice disciplinare aziendale non devono porsi in contrasto con il contratto collettivo ma devono essere omogenee con le previsioni del contratto collettivo, si devono integrare le una con le altre. Il codice disciplinare deve essere chiaro e intellegibili a tutti. Occorre evitare disposizioni confuse e contraddittorie. 

Il codice disciplinare aziendale deve contenere una parte dedicata alle prescrizioni, una parte alle sanzioni  e una parte alla procedura che si deve seguire per contestare il fatto. Questo codice deve essere affisso sempre in modo ben visibile e in luogo accessibile a tutti. Tutte le sue pagine devono essere leggibili. Si consiglia di metterlo in una bacheca, sotto vetro e chiusa a chiave per far si che si sin modo permanente esposto alle maestranze. Guai a non tenere affisso questo codice. La sua mancata affissione può comportare la nullità di qualsiasi sanzione.

Il codice disciplinare aziendale non ha necessità di essere negoziato con le organizzazioni sindacali. Il codice disciplinare é espressione del potere organizzativo e di direzione dell'impresa. Il codice aziendale é semplicemente adottato dalla azienda. 

E' opportuno che in occasione delle nuove assunzioni, la lettera di assunzione contenga un riferimento chiaro al codice disciplinare adottato in azienda che il nuovo assunto si impegna a osservare. In questo modo tutte le norme del codice disciplinare assurgono anche al ruolo di clausole risolutive espresse del contratto di lavoro.  É  consigliabile far sottoscrivere allo stesso lavoratore una copia del codice disciplinare per presa visione ed accettazione. Quelle violazioni del codice faranno così parte integrante del contratto di lavoro.

 

Le imprese, per fortuna dei lavoratori, non hanno colto la novità introdotta dalla legge Fornero che non hanno saputo interpretare.

Sono rare le imprese che si dotano di un codice disciplinare e che provvedano ad adottarlo secondo i principi dello statuto dei lavoratori a tutela dell'impresa e della stessa persona e dignità del lavoratore che deve poter conoscere le norme alle quali si deve attenere.

Il contratto di appalto.

L'appalto è il contratto con il quale un soggetto assume l'obbligo di eseguire un servizio o prestare un’ opera in contropartita di un corrispettivo. L'appalto è genuino quando l'appaltatore è un vero imprenditore perché assume il rischio della realizzazione dell'opera o del servizio promesso, impiega nell'appalto una propria organizzazione di mezzi, ed è in possesso della necessaria specializzazione e della professionalità per rendere il servizio o l'opera promessi. (Decreto legislativo numero 276/2003 articolo 29 e codice civile articolo 1655)

Sicurezza sul lavoro.

Nell'esecuzione del contratto di appalto bisogna adottare tutte quelle misure che secondo la specialità del lavoro e la tecnica appaiono idonee a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori. Il committente deve accertare l'idoneità professionale dell'appaltatore ad eseguire i lavori, deve informare l'impresa appaltatrice sui rischi presenti sul luogo di lavoro, deve cooperare con l'impresa appaltatrice nel redigere il documento di valutazione dei rischi.Il committente deve cooperare durante l'esecuzione del contratto ad attuare le misure di prevenzione e protezione coordinandosi con l'impresa appaltatrice. La clausola contenuta nel contratto di appalto di esonero del committente da ogni responsabilità in materia di tutela della salute è priva di efficacia perché contraria alle norme di ordine pubblico. Il committente ha un obbligo forte e incondizionato in materia di sicurezza sul lavoro anche se cede a terzi una parte o tutta l'attività. (Articolo 26 del decreto legislativo numero 81/2008 e decreto legislativo numero 106/2009)

L'obbligo solidale

L'appaltante e l'appaltatore sono obbligati in solido a corrispondere ai lavoratori impiegati nell'appalto il trattamento retributivo e contributivo previsto per legge. Condizione essenziale per l'esistenza di questo obbligo di solidarietà e che il committente eserciti un'attività di impresa o professionale. Chi non esercita queste attività, non è obbligato in via solidale. Il lavoratore che intende agire nei confronti dell'appaltante per la soddisfazione dei suoi crediti deve proporre azione giudiziaria entro 2 anni dalla cessazione dell'appalto. Se non osserva questo termine decadde da ogni diritto. (Articolo 29 decreto legislativo 276/2003).

Somministrazione illecita di manodopera

Se il contratto di appalto non è genuino ed il lavoratore di fatto è gestito e diretto dall'appaltante, si ha una somministrazione illecita di mano d'opera se l'appaltante non risulta essere impresa autorizzata all'esercizio dell'attività di somministrazione di lavoro. In questo caso il lavoratore avrà il diritto di essere considerato direttamente alle dipendenze dell'impresa appaltante che si presenta come il vero ed  effettivo datore di lavoro. (Decreto legislativo numero 276/2003).