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Il codice disciplinare aziendale

tag  News  Fornero  codice 

02/01/2020

Perchè l'impresa deve adottare un suo codice disciplinare aziendale? Le previsioni del codice disciplinare aziendale, con l’entrata in vigore della legge Fornero del mese di luglio 2012, vincolano il potere decisionale del giudice che adesso le deve applicare e considerare come se fossero legge.

La legge Fornero é rigida in entrata perché ha limitato  il contratto a progetto, il lavoro intermittente e ha disciplinato in modo rigoroso il contratto con partita IVA, ridotta la ricorribilità al contratto di associazione in partecipazioni e alle prestazioni occasionali. Ma la legge Fornero é molto più flessibile sull'uscita dal lavoro e cioè nelle intimazioni dei  licenziamento rispetto a prima. 

La flessibilità ha uno dei suoi aspetti nel licenziamento disciplinare. Il codice disciplinare con la nuova disciplina sul licenziamento é essenziale per l'azienda; l'azienda che non sa sfruttare le opportunità che le offre la legge Fornero subisce le ristrettezze introdotte dalla nuova legge sulle figure contrattuali ma non usufruisce delle  opportunità in uscita e nella gestione complessiva del rapporto di lavoro.

Perché adottare il codice disciplinare aziendale? Semplicemente perché nel caso in cui il codice disciplinare aziendale punisca con il licenziamento quella particolare infrazione commessa dal lavoratore, il giudice non avrà più la possibilità di potersi discostare da questa valutazione del codice sulla gravità e sulla idoneità del fatto a risolvere il rapporto di lavoro. Prima della legge Fornero, il giudice non era vincolato. Il giudice poteva ben discostarsi anche in modo clamoroso non solo dal codice aziendale ma anche dalle previzioni del contratto collettivo e ordinare la reintegrazione nel posto di lavoro.

Adesso non è più così. Nel codice disciplinare aziendale si può ben prevedere che il lavoratore che incorra per la terza volta nella sanzione per essersi presentato in ritardo al posto di lavoro può essere licenziamento con o senza preavviso. Se é licenziato il giudice non potrà mai annullare quel licenziamento perché ritenuto sproporzionato. Il giudice è vincolato, legato alle previsioni del codice disciplinare aziendale. É un principio giuridico affermato nella legge fornero che nel nostro panorama giuridico é semplicemente rivoluzionario rispetto al passato. Il potere discrezionale del giudice con questa nuova normativa semplicemente non esiste più. Il codice disciplinare aziendale per avere questi effetti occorre che sia ben elaborato e predisposto e che sia rispettoso dei principi generali del diritto del lavoro e dell'ordinamento giuridico e delle disposizioni del contratto collettivo nazionale di lavoro.  Il codice disciplinare deve integrarsi perfettamente con le previsioni disciplinari del contratto nazionale di lavoro. Evidentemente le norme del codice disciplinare aziendale non devono porsi in contrasto con il contratto collettivo ma devono essere omogenee con le previsioni del contratto collettivo, si devono integrare le una con le altre. Il codice disciplinare deve essere chiaro e intellegibili a tutti. Occorre evitare disposizioni confuse e contraddittorie. 

Il codice disciplinare aziendale deve contenere una parte dedicata alle prescrizioni, una parte alle sanzioni  e una parte alla procedura che si deve seguire per contestare il fatto. Questo codice deve essere affisso sempre in modo ben visibile e in luogo accessibile a tutti. Tutte le sue pagine devono essere leggibili. Si consiglia di metterlo in una bacheca, sotto vetro e chiusa a chiave per far si che si sin modo permanente esposto alle maestranze. Guai a non tenere affisso questo codice. La sua mancata affissione può comportare la nullità di qualsiasi sanzione.

Il codice disciplinare aziendale non ha necessità di essere negoziato con le organizzazioni sindacali. Il codice disciplinare é espressione del potere organizzativo e di direzione dell'impresa. Il codice aziendale é semplicemente adottato dalla azienda. 

E' opportuno che in occasione delle nuove assunzioni, la lettera di assunzione contenga un riferimento chiaro al codice disciplinare adottato in azienda che il nuovo assunto si impegna a osservare. In questo modo tutte le norme del codice disciplinare assurgono anche al ruolo di clausole risolutive espresse del contratto di lavoro.  É  consigliabile far sottoscrivere allo stesso lavoratore una copia del codice disciplinare per presa visione ed accettazione. Quelle violazioni del codice faranno così parte integrante del contratto di lavoro.

 

Le imprese, per fortuna dei lavoratori, non hanno colto la novità introdotta dalla legge Fornero che non hanno saputo interpretare.

Sono rare le imprese che si dotano di un codice disciplinare e che provvedano ad adottarlo secondo i principi dello statuto dei lavoratori a tutela dell'impresa e della stessa persona e dignità del lavoratore che deve poter conoscere le norme alle quali si deve attenere.

Il potere disciplinare del datore di lavoro

  Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse può essere applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, devono essere portate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. Il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato l'addebito e senza averlo sentito a sua difesa. Il lavoratore potrà farsi assistere da un rappresentante dell'associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato. La multa non può essere disposta per un importo superiore a quattro ore della retribuzione base e la sospensione dal servizio e dalla retribuzione per più di dieci giorni. In ogni caso, i provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale non possono essere applicati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione per iscritto del fatto che vi ha dato causa. Articolo 7 dello statuto dei lavoratori

La contestazione non può essere ripetuta.

Si deve  escludere che il datore di lavoro, una volta esercitato validamente il potere disciplinare nei confronti del prestatore di lavoro in relazione a determinati fatti costituenti infrazioni disciplinari, lo possa esercitare una seconda volta per quegli stessi fatti, in quanto ormai consumato: essendogli consentito soltanto di tener conto delle sanzioni eventualmente applicate, entro il biennio, ai fini della recidiva, nonché dei fatti non tempestivamente contestati o contestati ma non sanzionati per la globale valutazione, anche sotto il profilo psicologico, del comportamento del lavoratore e della gravità degli specifici episodi addebitati. Sentenza Cassazione del 30 gennaio 2018.  

Impugnazione della sanzione. Ferma restando la facoltà di adire l'autorità giudiziaria, il lavoratore al quale sia stata applicata una sanzione disciplinare può promuovere, nei venti giorni successivi la costituzione, tramite l'ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione, di un collegio di conciliazione ed arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle parti e da un terzo membro scelto di comune accordo o, in difetto di accordo, nominato dal direttore dell'ufficio del lavoro. La sanzione disciplinare resta sospesa fino alla pronuncia da parte del collegio. Qualora il datore di lavoro non provveda, entro dieci giorni dall'invito rivoltogli dall'ufficio del lavoro, a nominare il proprio rappresentante in seno al collegio, la sanzione disciplinare non ha effetto. Se il datore di lavoro adisce l'autorità giudiziaria, la sanzione disciplinare resta sospesa fino alla definizione del giudizio. Non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loro applicazione. Art 7 dello Statuto dei lavoratori