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Il Contratto a tempo determinato e il contratto di somministrazione a termine hanno la medesima disciplina

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08/10/2018

La motivazione sulla necessità di apporre il termine al contratto di lavoro deve essere indicata in modo specifico in entrambi i casi.

Il jobs act ha liberalizzato nel 2015 il contratto a termine: durata 36 mesi senza più causale.

Il decreto dignità del 2018 ha parzialmente ridotto la liberalizzazione del contratto a termine, prevedendo solo per i primi dodici mesi l’assenza di causale. Per poter, però, prolungare questo contratto oltre la durata dei 12 mesi e fino a un massimo di 24 mesi occorre avere una causale meritevole di tutela giuridica e indicare in modo specifico questa causale nella lettera di proroga o di rinnovo del contratto a termine.

La Cassazione in modo ripetuto, negli anni in cui la legge richiedeva la indicazione del motivo dell’opposizione del termine del contratto di lavoro, ha sempre affermato che questa indicazione deve essere specifica. L’indicazione è generica se si dovesse limitare semplicemente a riprodurre il contenuto letterale della previsione normativa; l’indicazione deve esplicitare il collegamento esistente tra la previsione di legge e la situazione concreta dell’azienda; il motivo deve essere chiaramente espresso con riferimento al contesto della peculiare situazione dell’impresa e delle sue esigenze produttive. Bisogna indicare le ragioni del perché si debba ricorrere ad un contratto a tempo determinato. Se vi è di riassetto organizzativo, bisogna indicare in che cosa consista questo riassetto e come si pone riguardo al termine che si vuole apporre al contratto di lavoro del collaboratore chiamato a prestare la sua opera.

Questi principi si applicano sia nel caso in cui l’impresa ricorra ad opporre il termine assumendo direttamente con un contratto di lavoro alle proprie dipendenze sia nel caso in cui faccia ricorso alla somministrazione a tempo determinato. Comunemente si crede che il lavoro somministrato sia sottratto a questa regola. Ma così non è. I due contratti per la causale del termine si comportano esattamente nello stesso identico modo. Dove cade l’uno cade anche l’altro.

Sul contratto di somministrazione a tempo determinato si veda l’ultima pronuncia della Cassazione (sentenza n.22381 resa pubblica il 13 agosto 2018) che di fronte alla nuova disciplina del decreto dignità del mese di luglio 2018 assume rilevanza per la sua attualità e attinenza con le nuove norme.

P.s. del 29 dicembre 2019

Il contratto di lavoro a tempo determinato dall’entrata in vigore della prima legge del 2001 ha subito negli anni successivi plurimi interventi legislativi che ne hanno modificato sensibilmente la disciplina. Si tratta di una figura giuridica magmatica sottoposta a duri interventi tellurici. Leggendo le varie sentenze dei giudici riportati nel nostro sito occorre collocare nel tempo i fatti e il diritto per non essere fuorviati e cadere gravemente in errore sulla disciplina effettiva del caso concreto sotto il vostro esame.

Contratto a tempo determinato  disciplina vigente

 Decreto legislativo del 15 giugno 2015 - N. 81 e successive modificazioni

La lettera di assunzione, atto fondativo del rapporto di lavoro

La lettera di assunzione rappresenta il contratto di lavoro. Nella lettera di assunzione devono essere riportate tutte le condizioni di lavoro: retribuzione, mansioni, patto di prova, applicazione del contratto collettivo, inquadramento, compenso, numero delle mensilità e ogni altro elemento utile ad identificare il trattamento economico e normativo pattuito. Nella lettera di assunzioni si possono prevedere patti di non concorrenza e termini di decadenza che maturino anche in costanza di rapporto di lavoro. La lettera di assunzione é il documento più importante del rapporto di lavoro. La sua elaborazione deve essere frutto di grande attenzione. Le imprese devono evitare l'uso di modelli o formulari perché le soluzioni adottabili possono essere le più diverse. L'autonomia negoziale é molto ampia. Nella cornice giuridica del rapporto di lavoro possono essere adottate le soluzioni più varie. Non esiste un solo modello contrattuale ma esistono infiniti modelli con le condizioni più diverse. L'autonomia negoziale non é utilizzata dalle parti o é utilizzata in modo del tutto marginale o malamente.

Il contratto a tempo determinato deve essere sottoscritto, a pena di nullità, con la forma scritta. Si tratta di un patto che deve risultare esplicitamente accettato dal lavoratore interessato.

Il contratto collettivo e la sua applicazione al singolo rapporto di lavoro

L'applicazione del contratto collettivo non é obbligatoria. Nella loro autonomia le parti possono far disciplinare il loro rapporto di lavoro dalle norme del codice civile, dalle leggi speciali e dagli accordi economici valevoli erga omesse della fine degli anni 50 e 60. Nel caso in cui le parti decidano di applicare al rapporto di lavoro il contratto collettivo non é obbligatorio applicare il contratto del settore merceologico di appartenenza ben potendo le parti richiamarsi ad un qualsiasi altro contratto collettivo. L'importante é che il trattamento economico e normativo complessivo riconosciuto al collaboratore corrisponda ai criteri previsti dall'art. 36 della costituzione.

Per il socio lavoratore di una cooperativa con rapporto di lavoro subordinato, invece, è obbligatorio per legge applicare il contratto collettivo del settore merceologico di appartenenza.