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La sofisticazione nei cosmetici

La sofisticazione nei cosmetici

I carabinieri del Nas sequestrano 100 litri di essenze in una ...

I carabinieri dei Nas (nucleo anti sofisticazioni) hanno sequestrato all'interno di una parafarmacia un lotto di prodotti cosmetici per proteggere il corpo dalle punture di 
zanzara.

Al soggetto ritenuto (erroneamente) titolare dell'impresa produttrice è stato contestato il reato di immissione in commercio di prodotti medicinali senza le necessarie autorizzazioni del ministero della sanità (art.189 RD n.1265/1934).

Questa contestazione dei carabinieri poggia sul fatto che sulla confezione esterna del prodotto si menziona la proprietà protettiva della sostanza  dal morso delle zanzare.

Nessun indagine è stata  effettuata sugli elementi che compongono la sostanza sequestrata per verificare se essi rientrino tra le sostanze cosmetiche o tra i presidi medici.

La tesi sostenuta dai carabinieri è che, indipendentemente dalla composizione del prodotto -che nel nostro caso era composto unicamente di sostanze di tipo cosmetico e sulla confezione riportava la dicitura "prodotto aromacosmetico-, la dizione "protezione" può essere utilizzata solo per presidi medici.

In realtà, la legge che disciplina la produzione e la vendita di prodotti cosmetici (n.713/1986) definisce prodotti cosmetici le preparazioni, diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici del corpo, anche al fine di proteggerle.

Accertato che il prodotto sequestrato ha una composizione esclusivamente cosmetica e che la dizione riportata sulla confezione è compatibile con la definizione di prodotto cosmetico indicata dal legislatore, il Giudice, a breve, dovrà decidere se assolvere l'imputato oppure no.

La Procura della Repubblica avrà un compito ben gravoso per dimostrare  la fondatezza dell’accusa perché sembra che i carabinieri abbiano svolto le indagini senza tener conto della normativa giuridica.

 

 

 

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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo