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Spera di migliorare, cambia lavoro e trova la morte

Spera di migliorare le sue condizioni; cambia lavoro ma il 1º giorno alla guida del camion gli è fatale: resta schiacciato mentre tenta di chiudere il portellone posteriore.

Faceva, ed era, un bravo pasticcere. Aveva aiutato il padre nella conduzione di un ristorante e aveva aperto successivamente una sua pasticceria. Dopo essersi sposato, e aver avuto due figli, ha deciso di cambiare attività perché la pasticceria non rendeva abbastanza.  È stato così assunto da un'azienda in qualità di autista. La sua attività era quella di consegnare prodotti alimentari nei vari supermercati milanesi. Il primo giorno di lavoro, speranzoso per il nuovo lavoro e fiducioso per essere alla guida del suo primo camion, si è recato in un supermercato milanese dove doveva consegnare la merce. Effettuato lo scarico, si preparava a ripartire. Si è accorto, però, all'ultimo momento, che il portellone posteriore del camion non era stato chiuso a dovere; lasciando il motore del camion acceso e sceso dal camion, dimenticando di tirare il freno a mano. Mentre si accingeva a chiudere il portellone posteriore, il camion, che era parcheggiato in un luogo in  discesa, si è messo, improvvisamente, in movimento in retromarcia e lo ha schiacciato contro il muro che si trovava alla distanza di circa un metro dalla posizione  del camion. Per il giovane non vi è stato scampo. L'impatto con il suo corpo è stato mortale.

La procura della Repubblica di Milano dopo aver avviato le indagini  ha rinviato a giudizio il proprietario del supermercato milanese perché non aveva creato un luogo adeguato e sicuro, per lo scarico delle merci dal camion.

Gli imputati, perche tanti sono stati individuati come responsabili, hanno scelto il patteggiamento, dopo aver provveduto a risarcire i danni agli aventi diritto.

Nel giudizio penale si sono costituiti parte civile la moglie, i figli, i genitori e i fratelli.

In diversa misura, in ragione del diverso grado di parentela e in ragione della convivenza, le parti offese hanno riscosso un risarcimento del danno fra loro differenziato. Moglie e figli hanno ottenuto più di 1 milione di euro mentre genitori e fratelli hanno ottenuto complessivamente un risarcimento di mezzo milione.

Questo risarcimento si è aggiunto al trattamento previdenziale e pensionisitico che la moglie e i figli hanno ricevuto dall'Inail.

Rotonda della Besana, Milano | Hotel St. George Milano

Lo studio.

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L'AVVOCATURA STRUMENTO DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' 

La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo