A- A A+

Un lavoratore pattuisce con la banca il compenso per l'incentivo all'esodo ma muore prima della data prevista della cessazione del rapporto di lavoro

tag  News 

23/09/2019

Gli eredi chiedono la corresponsione dell'indennità incentivante ma Corte d'appello e Cassazione negano questo diritto

Un lavoratore dipendente della BNL comunicava al suo datore di lavoro la propria irrevocabile volontà di rassegnare le dimissioni con effetto dal 31.12.2007, a condizione che la banca gli riconoscesse la somma di euro 85.000,00 ad integrazione del TFR. La Banca rispondeva accettando la proposta e confermando al dipendente che,ove non fosse intervenuta nel frattempo altra causa di risoluzione, il rapporto di lavoro sarebbe cessato definitivamente il 31.12.2007 con l'erogazione dell'incentivo richiesto.

Nel mese di agosto 2007, però, il dipendente è improvvisamente morto. La banca ha provveduto a corrispondere agli eredi solo l'indennizzo pari all'indennità sostitutiva del preavviso prevista dal contratto collettivo dei bancari rifiutando, però, di corrispondere agli eredi anche l'indennizzo pattuito all'epoca con il lavoratore per il suo esodo anticipato. La banca ha rifiutato la corresponsione di quell’ indennizzo perché il rapporto di lavoro si era risolto in conseguenza del decesso e in epoca antecedente alla data finale del 31.12.2007 consensualmente pattuita dalle parti.

Il Tribunale ha riconosciuto il diritto degli eredi ad avere il pagamento di quell’ indennizzo ma la Corte di Appello ha riformato la sentenza negandolo.

La controversia è stata sottoposta all'esame della Cassazione che, però, ha confermato la sentenza della corte di appello, respingendo il ricorso degli eredi. La domanda degli eredi, diretta ad ottenere il pagamento di quell 'incentivo, è stata respinta dalla Corte di Appello perché all'epoca nell'accordo tra le parti era stato previsto che non sarebbe stato corrisposto "nell'ipotesi in cui fosse sopravvenuta un'altra causa estintiva del rapporto con effetto anteriore o anche coincidente con la predetta data".

Le condizioni pattuite tra le parti per l'erogazione di quel incentivo non si sono verificati: l'erogazione dell'incentivo presupponeva l'esistenza del rapporto di lavoro alla data del 31 dicembre 2007 e l'assenza di altre cause sopravvenute di legittima estinzione del rapporto di lavoro. Il rapporto di lavoro è stato risolto a causa del decesso del lavoratore, anteriore rispetto alla data prevista per la risoluzione definitiva del rapporto di lavoro. L'accordo era sottoposto a due condizioni sospensive che non si sono verificate.

Corte di cassazione sezione lavoro sentenza numero 23.396 depositata il 19 settembre

Rotonda della Besana, Milano | Hotel St. George Milano

Lo studio.

Lo studio è ubicato nel centro storico di Milano, di fronte alla Rotonda della Besana, ed è adiacente al palazzo di giustizia.
Lo studio é aperto dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30, dal lunedì al venerdì.
L'ubicazione dello studio é utile per le attività avanti tutti gli uffici giudiziari milanesi ( Giudice di Pace, Tribunale, Corte di Appello, Tar Lombardia). 

ACCESSO DAL VOSTRO DOMICILIO AI DATI DELLA VOSTRA PRATICA, OVUNQUE VOI SIATE

17/11/2015    Il nostro studio per rendere sempre più efficienti i suoi servizi, ha attivato a favore dei propri assistiti un sistema di accesso ai dati in remoto. Questo accesso consente al cliente, dalla propria sede o abitazione di consultare il fascicolo con i documenti e i dati giudiziari che si riferiscono alla controversia. In questo modo si  consente al cliente... [Leggi tutto]

AI CLIENTI DELLO STUDIO

  Videoconferenza, piattaforma per videochiamate e chat a distanza ...Per una migliore organizzazione, in termini di efficienza e di assoluta tempestività, per le consultazioni con lo studio, che abbiano carattere di urgenza, vi suggeriamo di usare la videoconferenza. Realizzare un sistema di videoconferenza è estremamente semplice, e a costo zero. Un computer, che abbia un video con le casse incorporate, e il collegamento via internet con banda larga  é tutto quello che occorre. Il sistema consente di avere confronti e colloqui in via immediata, con risparmio di tempo e di costi da parte di tutti. Uno strumento eccezionale per il lavoro e  per il collegamento tra i vostri uffici e lo studio.

L'AVVOCATURA STRUMENTO DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' 

La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo