16/04/2014
Una persona anziana ha il suo medico di fiducia. Questo medico di fiducia si è sempre mostrato molto solerte, sensibile e attento ai bisogni dell'anziana. Tutte le volte che l'anziana aveva bisogno della visita, il medico era immediatamente disponibile ed interveniva. Tra una visita e l'altra, però, il medico, approfittando del rapporto di fiducia e apparente amicizia che aveva creato con la sua paziente, è riuscito a farsi rilasciare dalla paziente una procura notarile per operare sul conto corrente e l'ha convinta a predisporre un testamento a suo favore. Per completare il quadro, inoltre, il medico ha convinto l'anziana paziente a cederle in donazione la nuda proprietà dell'appartamento nel quale la paziente viveva.
Per un caso fortuito i nipoti dell'anziana signora sono venuti a conoscenza del raggiro nei confronti della loro parente, che viveva da sola. La procura della Repubblica, avuta notizia dei fatti, ha ritenuto di avviare un procedimento penale nei confronti del medico per aver approfittato del suo ruolo e delle condizioni di inferiorità psichica e fisica della sua paziente.
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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo