11/05/2019
Da un’indagine statistica fatta a campione, è emerso un dato sicuro: a vincere in Cassazione alla sezione lavoro, con larga maggioranza, sono i datori di lavoro. A proporre i ricorsi, invece, sono i lavoratori che dimostrano maggior fiducia verso la Corte.
Un gran numero di ricorsi principali e di quelli incidentali, più dei lavoratori che dei datori di lavoro, sono respinti dalla Corte per vizi di forma: in gran parte i ricorsi e i ricorsi incidentali non sono autosufficienti perché non consentono l’esame da parte della Corte del motivo di lagnanza senza dover ricorrere a esaminare i singoli documenti prodotti nei fascicoli di parte. L’autosufficienza dell’atto deve impedire di cercare altrove i motivi di impugnazione. In questi casi la Cassazione non esamina il motivo e lo respinge immediatamente. A volte a essere respinto è l’intero ricorso principale o l’intero ricorso incidentale, altre volte i singoli motivi.
La Cassazione applica in modo sistematico e automatico il principio della soccombenza: condanna inesorabilmente al pagamento delle spese processuali e al doppio contributo di iscrizione a ruolo la parte soccombente, anche se è quella più debole e gli indirizzi giurisprudenziali della stessa Cassazione sono incerti o i giudici di merito hanno avuto opposte pronunce. Per approfondire l’argomento si veda la rivista "Lavoro Diritti Europa".