15/02/2014
Impiegata infedele sottrae più di € 300.000 dal conto corrente dell'impresa.
C'è un principio antico che dice: fidarsi è bene non fidarsi è meglio.
Questo principio è stato sperimentato amaramente da un'impresa quando ha scoperto che la sua impiegata, mensilmente e in modo sistematico, dal conto corrente su cui operava per avere le credenziali, ha sottratto una somma superiore a € 300.000.
L'impiegata, inoltrando gli ordini di bonifico per i dipendenti e i fornitori, effettuava anche pagamenti a favore di suo marito che con l'impresa non ha mai avuto alcun rapporto lavorativo o ragioni creditorie. L'ignaro imprenditore non si è accorto di nulla fino a quando la nipote, che sapeva leggere il conto corrente in via telematica, ha scoperto l'incredibile sottrazione che si era consumata per tanti anni. Una sorpresa tanto più amara se si consideri che 'imprenditore nei confronti dell'impiegata, nel corso degli anni, aveva sempre riposto il massimo della fiducia.
I conti aziendali devono essere sempre sottoposti ad accurata vigilanza e su di essi deve operare sempre in modo esclusivo il suo titolare o, in caso diverso, questo titolare deve adottare le opportune misure di controllo incrociato.
L'infedele impiegata, una volta scoperta, non ha potuto fare altro che confessare la sua appropriazione; la procura della Repubblica di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio dell'impiegata e del marito, che ha concorso nella consumazione del reato; il dibattimento è già stato fissato. L'impiegata e il marito hanno mostrato volontà risarcitoria nei confronti dell'impresa ma ben difficilmente l'impresa potrà soddisfare per intero il suo credito, per le condizioni economiche disagiate della coppia che vive del reddito da lavoro subordinato e oltre che mantenere se stessa deve mantenere anche il figlio minore.
milano 10 febbraio 2014