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Cassazione: valida la dequalificazione per evitare il licenziamento

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07/01/2014

Si scongiura un danno peggiore

Per il suo interesse si riporta la massima della sentenza della Corte di Cassazione in materia di dequalificazione adottata per evitare un licenziamento legittimo.

“Quanto, alla possibilità e liceità di un accordo che, ai soli fini di evitare un licenziamento, attribuisca al lavoratore mansioni (e conseguente retribuzione) inferiori a quelle per le quali era stato assunto o che aveva successivamente acquisito, la giurisprudenza della Corte è da tempo orientata a riconoscerle, sulla considerazione che sia cosi garantito un interesse del lavoratore (a mantenere il posto di lavoro) prevalente su quello tutelato dall'art. 2103 c.c. (v., fra le tante, Cass., 4 giugno 1992 n. 6822; 1993 n. 9386; 24 marzo 2004 n. 4790).
È evidente che, quando il datore di lavoro desiste dall'intento di licenziare per addivenire ad un ed. patto di demansionamento, occorre che l'intento di porre fine al rapporto sia stato serio, giustificato e non un espediente per ottenere prestazioni lavorative in elusione ad una norma imperativa.
Ed è anche pacifico che, in caso di impugnativa dell'accordo, l'onere di dimostrare la sussistenza delle condizioni di fatto che avrebbero giustificato il licenziamento incombe al datore di lavoro, in osservanza tanto del disposto dell'art. 5 della legge 15 luglio 1966, n. 604 che del divieto posto dall'art. 2103 c.c.. “
Corte Di Cassazione - Sentenza 7 febbraio 2005, n. 2375

Milano 18/12/2006