06/03/2021
In ospedale, come si sa, si va per curare le malattie. Anche quelle che si prendono dai parassiti. Questa volta i parassiti, sotto forma di formiche, si annidavano nelle bevande e nei cibi di un distributore automatico installato all'interno del Policlinico di Messina. Il proprietario del distributore si è difeso sostenendo che le formiche non erano sue ma di proprietà del policlinico perché si trovavano nei suoi locali; l'incuria non era a lui ascrivibile. Il tribunale l’ha condannato ugualmente e ha disposto il sequestro del distributore con la sua distruzione e quella delle bevande e dei cibi contaminati. La Cassazione ha confermato la condanna del proprietario ma non ha ritenuto giusta la decisione sul sequestro e sulla distruzione della macchina distributrice. Si sa che le macchine, diversamente dagli umani, non hanno colpa. Adesso la Corte di Appello di Messina, in diversa composizione, deve rivedere quanto già deciso in precedenza, e applicare i principi fissati dalla stessa Cassazione, e decidere definitivamente (forse) se il distributore meriti di essere effettivamente sequestrato e distrutto. (Cassazione penale n.9279 del 4 marzo 2019). Per la sopravvivenza di un distributore si sono coinvolti 4 gradi di giurisdizione, 12 giudici, 4 cancellieri, 4 pubblici ministeri. Numero degli avvocati non conosciuto.