22/08/2014
La legge Fornero n. 92 del 2012, contiene una normativa rigida in entrata perché ha limitato la possibilità di ricorrere in modo legittimo al contratto a progetto, al lavoro di lavoro intermittente e a disciplinato in modo rigoroso il contratto con partita IVA e il contratto di associazione in partecipazioni così come ha reso più difficoltoso il ricorso alla figura delle prestazioni occasionali; il tutto con lo scopo dichiarato di combattere l'evasione contributiva. Ma la legge Fornero, rispetto a prima, é molto più flessibile sull'uscita dal lavoro e cioè nelle intimazioni di licenziamento.
La flessibilità in uscita ha uno dei suoi aspetti nella nuova disciplina del licenziamento disciplinare.
Il codice disciplinare con la nuova normativa é di importanza strategica per l'azienda; l'azienda che non sa sfruttare le opportunità che offre la legge Fornero subisce le ristrettezze introdotte dalla nuova legge in entrata ma non usufruisce delle opportunità in uscita.
Il licenziamento disciplinare con la nuova normativa del 2012 ha subito una profonda modificazione. Questa modificazione passa anche attraverso il codice disciplinare aziendale
Perché il codice disciplinare? Semplicemente perché nel caso in cui il codice disciplinare aziendale punisca con il licenziamento quella particolare infrazione commessa dal lavoratore, il giudice non avrà più la possibilità di potersi discostare dalla valutazione del codice disciplinare sulla gravità e sulla idoneità del fatto a risolvere il rapporto di lavoro.
Prima della legge fornero, il giudice non era vincolato a nulla. Il giudice Poteva ben discostarsi anche in modo clamoroso non solo dal codice aziendale ma anche dal contratto collettivo e ordinare la reintegrazione nel posto di lavoro.
Adesso non è più così.
Nel codice disciplinare aziendale si può ben prevedere che il lavoratore che incorre per la terza volta nella sanzione per essersi presentato in ritardo al posto di lavoro può essere licenziato con o senza preavviso. Se il lavoratore fosse licenziato il giudice non potrà mai annullare quel licenziamento perché ritenuto sproporzionato.
Il giudice é vincolato in modo inderogabile alle previsioni del codice disciplinare aziendale.
É un principio giuridico affermato nella legge fornero che nel nostro panorama giuridico é semplicemente rivoluzionario rispetto a prima.
Il potere discrezionale del giudice semplicemente non esiste più. Questo potere si può perpetuare solo se l'impresa non é capace di esercitare le facoltà che la legge le attribuisce.
Il codice disciplinare aziendale per avere questi effetti occorre che sia ben elaborato e che sia rispettoso dei principi generali del diritto del lavoro e dell'ordinamento giuridico e delle disposizioni del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Il codice disciplinare deve integrarsi perfettamente con le previsioni disciplinari del contratto nazionale di lavoro. Le norme del codice disciplinare aziendale non devono porsi in contrasto con il contratto collettivo ma devono essere omogenee con le previsioni del contratto collettivo, si devono integrare le una con le altre.
Il codice disciplinare deve essere chiaro e intellegibili a tutti. Occorre evitare disposizioni confuse e contraddittorie.
Il codice disciplinare aziendale deve contenere una parte con le prescrizioni e i divieti, una parte con la procedura che si deve seguire per contestare il fatto e una parte con le sanzioni applicabili.
Questo codice deve essere affisso nei locali aziendali sempre in modo ben visibile e in luogo accessibile a tutti. Tutte le sue pagine devono essere visibili e leggibili. La sua mancata affissione può comportare la nullità della sanzione.
Il codice disciplinare aziendale non ha necessità di essere contrattato con le organizzazioni sindacali. Il codice disciplinare é espressione del potere organizzativo e della direzione dell'impresa. Il codice aziendale é semplicemente adottato dalla azienda. L'impresa non deve chiedere il permesso a nessuno. Lo deve semplicemente elaborare, emanare e porlo a conoscenza delle sue maestranze ed entra subito in vigore.
In questo modo tutte le norme del codice disciplinare assurgono anche al ruolo di clausole risolutive espresse del contratto di lavoro.
Le violazioni dei principi previsti dal codice faranno così parte integrante del contratto di lavoro con una loro ulteriore e pregnante validità giuridica.
L'articolo. 18 dello statuto dei lavoratori é una giusta garanzia del lavoratore ma il codice disciplinare aziendale é il giusto contemperamento del diritto alla stabilità reale del posto di lavoro.
Non é corretto che il lavoratore sia licenziato senza godere del diritto di difesa ma é altrettanto giusto che non usufruisca di indebite tutele.