05/10/2014
Da un recente studio è emerso che oltre il 30% dei certificati medici dei lavoratori dipendenti hanno ad oggetto la giornata del lunedì. Vi è il fondato sospetto, confortati dal significativo dato statistico, che non sempre si tratti di assenza dovuta a malattia genuina ma ad assenza fraudolenta per aggiungere ai giorni di riposo del sabato e della domenica anche il lunedì.
Nel caso in cui queste assenze del lunedì abbiano una frequenza sistematica o significativa l'impresa può procedere ad una contestazione di addebito chiedendo al lavoratore di indicare le ragioni del perché della sua malattia che cade inspiegabilmente e tanto spesso il lunedì.
Il lavoratore, nonostante il suo diritto alla tutela della privacy trattandosi di dati sensibili, ha l'obbligo comunque di fornire adeguata giustificazione.
Nei casi più rilevanti il datore di lavoro può anche rivolgersi al giudice del lavoro contestando la genuinità della malattia e chiedendo i relativi accertamenti tecnici.
Il certificato di malattia rilasciato dal medico del lavoratore non è un documento incontestabile essendo, in ogni caso, un semplice documento di parte che in presenza di contestazione necessita pur sempre delle opportune verifiche giudiziali.
In questo accertamento giudiziale non è di ostacolo nemmeno la visita medica domiciliare già eseguita dall'Istituto previdenziale con conferma della prognosi.
Le false malattie recano gravissimo danno all'erario, alle aziende e agli stessi lavoratori che non abusano illecitamente di questo sacrosanto istituto di tutela.
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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo