19/03/2014
Una famiglia di imprenditori svolge la sua attività imprenditoriale, molto articolata, usufruendo di una pluralità di società; ciascuna società assolve ad una parte del complessivo obbiettivo imprenditoriale. Si tratta di un'organizzazione a mosaico, tanti pezzi e unico obbiettivo finale.
Ogni società ha la sua struttura organizzativa, i suoi dipendenti, la sua specifica attività, l'una con l'altra collegata e integrata nelle finalità.
Un dirigente di una di questa società ha promosso una causa avanti il tribunale chiedendo il pagamento delle indennità risarcitorie connesse al suo licenziamento; Il rapporto di lavoro dirigenziale aveva una durata minima garantita e forti protezioni economiche in caso di licenziamento, per qualsiasi motivo fosse avvenuto. Il licenziamento è avvenuto per giustificato motivo oggettivo dovuto alla messa in liquidazione della società a seguito della perdita del suo capitale sociale e dei forti debiti.
L'originalità della azione giudiziaria del dirigente é stata quella di promuovere la sua azione avanti il tribunale contro tutte le società della famiglia chiedendone la condanna in via solidale.
Il tribunale, dopo aver sentito numerosi testimoni, ha condannato solamente la società formalmente datrice di lavoro assolvendo tutte le altre società collegate perché estranee al rapporto di lavoro.
Per la condanna delle altre società, secondo l'argomentazione della difesa della società accolta dal tribunale, era necessaria la prova da parte del dirigente di aver prestato la sua attività in regime di subordinazione gerarchica e direttiva anche nei confronti dei legali rappresentanti delle altre società. Prova che, invece, nel processo é mancata del tutto.
La circostanza che una società sia partecipe di un gruppo di società che ha i medesimi soci, non rende quel dirigente dipendente di tutte le società del gruppo.
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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo