11/03/2014
Una madre, pensando al futuro della figlia, ritiene di intestarle la proprietà di un grosso appartamento nel centro di Milano. Si rivolge al notaio e si concorda di sottoscrivere un atto di vendita dell'appartamento a favore della figlia, facendo figurare come prezzo dell'acquisto la somma di 150 milioni delle vecchie lire che, ovviamente, la figlia non versa alla madre perché in realtà la madre voleva donarle quell'appartamento per favorirla in qualche modo rispetto all'altro figlio. La figlia quei soldi non li aveva nemmeno.
Dopo tanti anni, un giorno, e improvvisamente, la figlia va dalla madre e le intima di lasciare libero l'appartamento perché deve andarci sua figlia ad abitare, dovendosi sposare.
La madre, frastornata dalla richiesta di lasciare la casa dove aveva sempre vissuto, non riuscendo a ricondurre a più miti consigli la figlia, si induceva a rivolgersi al tribunale chiedendo che fosse dichiarata la simulazione della vendita. La figlia si é rivolta ad un avvocato ed ha resistito alla richiesta della madre sostenendo che l'appartamento l'aveva effettivamente comprato e i soldi dell'acquisto li aveva regolarmente corrisposti alla madre, che li aveva incassati. 150 milioni delle vecchie lire in contanti.
La madre, di fronte a simile difesa della figlia, decide di deferirle il giuramento decisorio e chiede così che la figlia sotto giuramento dichiari di aver corrisposto effettivamente la somma, avendo la ragionevole certezza che la figlia non avrebbe giurato il falso davanti al giudice e tutto si sarebbe chiarito.
Ma la figlia ha accettato il giuramento; il giorno del giuramento si é presentata davanti al giudice con un paio di occhiali scuri, e sotto giuramento, come se nulla fosse, ha dichiarato che l'appartamento lo aveva effettivamente acquistato dalla madre e che i 150 milioni li aveva regolarmente versati alla madre in occasione del rogito.
La madre é rimasta scioccata. Non si aspettava che la figlia giurasse il falso.
Alla domanda dell'avvocato, che la difendeva, se intendesse proporre denuncia penale contro la figlia per falso giuramento, la madre ormai ottantenne ha risposto che non aveva più l'età e la voglia per queste iniziative. Ha lasciato libero l'appartamento alla nipote che si sposava ed é andata a vivere con l'altro figlio. Con una amarezza inestinguibile, che l'ha accompagnata e angustiata fino all'ultimo giorno.
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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo