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Fa marcia indietro: revoca le dimissioni, ma l'azienda lo licenzia ugualmente

tag  dimissioni  revoca  reintegrazione  quadro  dipendente  licenziamento  risarcimento  lavoro  subordinato  diritto 

06/03/2014

Un dipendente con la qualifica di quadro ha presentato le sue dimissioni nel mese di settembre del 2013, in un momento di ira e di scoraggiamento. Il giorno dopo  con un telegramma ripensandoci, ha revocato le sue dimissioni. Il rapporto di lavoro è proseguito anche se il dipendente é stato costretto ad assentarsi per un infortunio sul lavoro subito in itinere.

A distanza di 5 mesi, nel mese di febbraio 2014, l'azienda di somministrazione di lavoro che opera nel bergamasco, ha comunicato al suo dipendente che le dilBrigante.it » “LA MANOVRA” Anche una retromarcia lo è, ma… Gino ...imissioni erano state accettate dall'azienda, con la conseguente cessazione del rapporto di lavoro.

Il lavoratore ha reagito impugnando la comunicazione aziendale di estromissione dal posto di lavoro che equivale ad un licenziamento privo di giusta causa o giustificato motivo ed hai preannunciato il suo ricorso alla magistratura del lavoro secondo il rito previsto dalla nuova legge Fornero.

Il lavoratore chiede la reintegrazione nel posto di lavoro e il risarcimento dei danni subiti perché la revoca delle sue dimissioni opera per legge senza necessità che il datore di lavoro le debba accettare.

La posizione assunta dall'azienda appare  essere giuridicamente suicida. Il tribunale di Bergamo deciderà a breve essendo il rito processuale sui licenziamenti molto veloce e concentrato.

Nel sistema americano vigono principi ben diversi dai nostri. In quel sistema si possosno verificare casi come quelli descritti in questo film American Beauty

www.youtube.com/watch?v=aqIgBDjpjEQ

 


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La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo