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Un dirigente critica il legale rappresentante, licenziato immediatamente.

Il dirigente non deve esprimere giudizi negativi nei confronti del legale rappresentantedi una società.

Un dirigente di una società milanese, in diverse occasioni, parlando con i suoi collaboratori, ha espresso dei giudizi negativi sulle capacità imprenditoriali del legale rappresentante della società. Si trattava di giudizi sulle sue effettive capacità di direzione e sulla opportunità e convenienza delle sue scelte organizzative e imprenditoriali. É stato dipinto come un incapace.

Il legale rappresentante della società, informato dai suoi collaboratori, sia pure a distanza di qualche mese dai fatti, ha contestato formalmente al dirigente questo suo atteggiamento critico nei confronti della direzione aziendale. Il dirigente si è giustificato sostenendo di non aver mai criticato o espresso giudizi negativi sulla persona del legale rappresentante, ma avendo i vari collaboratori confermato la circostanza, la società si è indotta a comunicargli il licenziamento per giusta causa.

Il dirigente ha impugnato il licenziamento chiedendo la corresponsione della indennità sostitutiva del preavviso e del l'indennità supplementare risarcitoria. Tra luna e l'altra voce si tratta di circa 30 mesi di retribuzione.

Il tribunale di Milano, sulla opposta versione dei fatti, ha disposto la prova testimoniale chiamando davanti a sè quelle persone che avrebbero sentito pronunciare i giudizi negativi.

Se i testi dovessero confermare la circostanza delle critiche il dirigente rischia seriamente di vedersi rigettato integralmente il suo ricorso. Se il giudice ha ammesso la prova testimoniale significa inequivocabilmente che i fatti sono considerati rilevanti ai fini della sua decisione.

 

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L'AVVOCATURA STRUMENTO DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' 

La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo