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L’impresa tenta di raggirare il dipendente ma non ci riesce

      Un’azienda decide di far sottoscrivere a un dipendente un atto di rinuncia ad ottenere il pagamento delle ore di lavoro straordinario che pacificamente ha svolto. Il consulente del lavoro spiega all'azienda che, per rinunciare validamente a un diritto il lavoratore e l'impresa devono sottoscrivere un verbale di conciliazione avanti il sindacato e  indica all'impresa  la persona di un sindacalista che si presterebbe a questa operazione.

       Il lavoratore, senza essere iscritto al sindacato, senza aver mai conosciuto il sindacalista e senza che nessuno gli abbia veramente spiegato  la natura del suo diritto e il significato della sottoscrizione del verbale di conciliazione, impaurito di   perdere il posto di lavoro, se non appone quella firma che il datore di lavoro gli ha chiesto con tanta insistenza, si induce a firmare l'accordo.

      Negli anni successivi il lavoratore incontra un avvocato che gli spiega che quella rinuncia da lui sottoscritta tanto tempo prima non vale nulla e che quelle ore di lavoro straordinario possono essere ancora chieste al datore di lavoro  in pagamento.

     Il lavoratore si rivolge così al tribunale che dichiara privo di efficacia  il verbale di conciliazione sottoscritto avanti il sindacalista perché il sindacalista era l'uomo di fiducia del consulente del lavoro e del datore di lavoro e non la persona di fiducia del lavoratore, che in quell'occasione doveva essere protetto e garantito e che protetto in realtà non è stato.

      Il datore di lavoro davanti al giudice ha invocato inutilmente quell'accordo per il quale aveva corrisposto anche un compenso al sindacalista.

      La cassazione ha confermato la sentenza dei giudici di merito.

      Il datore di lavoro ha cercato di truffare il suo dipendente ma è rimasto, come si suole dire, con il cerino in mano.

Rotonda della Besana, Milano | Hotel St. George Milano

Lo studio.

Lo studio è ubicato nel centro storico di Milano, di fronte alla Rotonda della Besana, ed è adiacente al palazzo di giustizia.
Lo studio é aperto dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30, dal lunedì al venerdì.
L'ubicazione dello studio é utile per le attività avanti tutti gli uffici giudiziari milanesi ( Giudice di Pace, Tribunale, Corte di Appello, Tar Lombardia). 

ACCESSO DAL VOSTRO DOMICILIO AI DATI DELLA VOSTRA PRATICA, OVUNQUE VOI SIATE

17/11/2015    Il nostro studio per rendere sempre più efficienti i suoi servizi, ha attivato a favore dei propri assistiti un sistema di accesso ai dati in remoto. Questo accesso consente al cliente, dalla propria sede o abitazione di consultare il fascicolo con i documenti e i dati giudiziari che si riferiscono alla controversia. In questo modo si  consente al cliente... [Leggi tutto]

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L'AVVOCATURA STRUMENTO DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' 

La professione di avvocato incide nel campo della libertà, della sicurezza, della giustizia e, in modo più ampio, sulla protezione dello Stato di diritto. Essa si esercita con autonomia e indipendenza, dignità ed onore, segretezza professionale e lealtà, al fine di tutelare i diritti e gli interessi della persona nei confronti tanto dei privati quanto dei pubblici poteri, contribuendo così alla applicazione delle leggi ed alla corretta amministrazione della giustizia. In una società democratica l’Avvocatura rappresenta un baluardo normativo nella difesa dell’interesse pubblico al perseguimento della giustizia. L’avvocato, dunque, non è mero prestatore di servizi, in un’ottica di puro mercato; il suo é un impegno professionale e sociale, perché al di là del singolo caso concreto, che vede protagonisti le parti del processo, vi sono regole e principi generali che compongo l’ordinamento giuridico, sul cui rispetto è fondata la pacifica convivenza di tutti. Come scriveva l’illustre giurista, e Costituente, Piero Calamandrei: “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. (…) L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di caritàPer questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia”. L’avvocato è strumento stesso della giustizia, nella misura in cui avvicina chi ha subito un torto al giudice, che è chiamato a fornire il giusto rimedio di legge. Avv. Paolo Gallo