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Nel lavoro intellettuale il rapporto gerarchico è attenuato rispetto al lavoro manuale

L'esercizio del potere gerarchico si conforma alla realtà intrinseca delle mansioni svolte

 La Corte di Cassazione con una interessante sentenza ha marcato l'esistenza delle differenze esistenti tra il lavoro intellettuale e il lavoro manuale al fine di pervenire alla qualificazione del rapporto di lavoro come subordinato, affermando l’interessante  principio che si riporta di seguito: "La Corte di Cassazione ha più volte affermato che in caso di prestazioni che, per la loro natura intellettuale, mal si adattano ad essere eseguite sotto la direzione del datore di lavoro ai fini della qualificazione del rapporto come subordinato oppure autonomo, sia pure con collaborazione coordinata e continuativa, il primario parametro distintivo della subordinazione, intesa come assoggettamento del lavoratore al potere organizzativo del datore di lavoro, deve essere necessariamente accertato o escluso mediante il ricorso ad elementi sussidiari, che il giudice deve individuare in concreto - con accertamento di fatto incensurabile in cassazione, se immune da vizi giuridici e adeguatamente motivato - accordando prevalenza ai dati fattuali emergenti dal concreto svolgimento del rapporto".

Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza - 30 gennaio 2014, n. 2056.

 

nella foto: opera di Caravaggio, San Girolamo

 

 

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