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La Corte di Cassazione e il gioco del calcio: non è attività pericolosa!

Il caso è il seguente: i genitori di un minore citavano in giudizio una società sportiva chiedendo il risarcimento dei danni subiti dal figlio colpito al volto da una pallonata in occasione di una partitella di calcio svoltasi durante uno stage multi sportivo. 
Il giudice di primo grado accoglieva la domanda formulata dai genitori, condannando la società sportiva al risarcimento del danno, mentre l Corte di appello ha ribaltato la sentenza rigettando la richiesta risarcitoria avanzata dagli attori in prime cure.
Il figlio, raggiunta nelle more del giudizio la maggiore età, ha tuttavia proposto ricorso per Cassazione, contestando in particolare la violazione e falsa applicazione dell'art. 2050 c.c. ed eccependo la possibilità di far rientrare il gioco del calcio, insegnato presso una società sportiva, nell'alveo delle attività pericolose così come previsto dall'art. 2050 c.c.
Con la sentenza 27 novembre 2012, n.20982 la Suprema Corte di Cassazione conferma il proprio orientamento, affermando che il gioco del calcio non può essere qualificato come un'attività pericolosa rilevante ai sensi dell'art. 2050 c.c., in quanto si tratta di un disciplina che privilegia l'aspetto ludico pur consentendo, con la pratica, l'esercizio atletico e non può quindi essere configurata come attività pericolosa.
Milano, 1 aprile 2013