A- A A+

Sulla qualificazione giudicia del rapporto di collaborazione tra le parti

tag  Lavoro  subordinato 

07/01/2014

Prevale la realtà delle cose rispetto alla soggettiva volontà delle parti stesse

La Suprema Corte ha affermato che, ai fini dell’accertamento della subordinazione, deve attribuirsi rilevanza alle modalità concrete di svolgimento della prestazione lavorativa, tenendo conto altresì dell’evolversi dei sistemi di organizzazione del lavoro, che spesso comportano un’attenuazione della soggezione del lavoratore al datore di lavoro. Essa ha fissato i seguenti principi di diritto:
“1) anche in presenza del “nomen juris” adottato dalle parti per la qualificazione del rapporto tra le stesse instaurato occorre avere riguardo alla volontà effettiva delle parti medesime, di talché la qualificazione propria del rapporto deve desumersi, oltre che da tale dato formale, anche, e in misura prevalente, dalle concrete modalità della prestazione e, in generale, di attuazione del rapporto; 
2) la subordinazione è elemento essenziale del rapporto di lavoro dipendente; essa, tuttavia, può essere presente anche in forme attenuate in ragione della particolare organizzazione del lavoro e del tipo di prestazione (specie ove si tratti di prestazioni semplici, dello stesso genere o ripetitive) e può essere ravvisata, in tali specifiche ipotesi concrete, nella messa a disposizione del datore di lavoro delle energie lavorative del lavoratore con continuità, fedeltà e diligenza, secondo le direttive impartite dalla controparte;
3) anche la sussistenza e la consistenza di tali direttive deve essere valutata in relazione alla specificità delle prestazioni e può essere ravvisata, in presenza di lavorazioni di particolare semplicità e retribuite in base al prodotto realizzato, in indicazioni date all’inizio del rapporto.”.( Sezione Lavoro n. 16805 del 27 novembre 2002, Pres. Sciarelli, Rel. Vigolo).

Milano 26/04/2007

pagina in preparazione