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Per la Cassazione francese, tutti i dipendenti esposti all'amianto possono far valere il diritto al risarcimento del danno per ansietà

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08/04/2019

la paura di ammalarsi è risarcibile.

Tutti i dipendenti che sono stati esposti a inalazione di amianto possono adesso, per la corte di Cassazione francese, chiedere il risarcimento dei danni per il pregiudizio dovuto all' ansietà a loro causata dall'inosservanza degli obblighi di sicurezza trasgediti dall'impresa. Il pregiudizio da ansietà permette il risarcimento dei danni a coloro che non sono ammalati di tumore ma temono di poterlo divenire, in qualsiasi momento.
Fino a questa sentenza del 2019, la Corte di Cassazione francese aveva ristretto il meccanismo del risarcimento ai soli dipendenti degli stabilimenti che erano iscritti in una lista prevista da una legge del 1998, che disciplinava il diritto al prepensionamento da amianto: lavoratori  addetti agli impianti di trasformazione dell'amianto oppure alle costruzioni e alle riparazioni navali.
L'assemblea plenaria, la formazione più solenne dell'alta giurisdizione della Corte di Cassazione, abbandona così la precedente giurisprudenza  che i sindacati e le associazioni delle vittime dell'amianto consideravano come "ingiusta" e "discriminatoria". In questa sua decisione, la Cassazione francese afferma, dunque, che i dipendenti che hanno questo diritto sono ben maggiori rispetto a quelli che sono iscritti sulla lista prevista dalla legge e che sono stati esposti alle inalazioni di polvere d'amianto compromettendo gravemente la loro salute.
Questa decisione della Corte di Cassazione va nella stessa direzione presa nel 2018 dalla Corte d'appello di Parigi. Quest'ultima corte ha accordato 10.000  euro a ciascuno dei lavoratori interessati per il pregiudizio da ansietà derivante dall'esposizione all'amianto in una centrale termica che non figurava nella lista dei lavoratori da proteggere. La Corte di Cassazione ha esaminato le problematiche legate al pregiudizio da ansietà valutando il ricorso di un anziano dipendente che domandava di essere risarcito per aver inalato delle fibre d'amianto dal 1973 al 1988. La corte di cassazione ha riconosciuto  così che il dipendente che provi di essere stato esposto all'amianto, che genera un rischio elevato di sviluppare una grave patologia, può agire contro l'imprenditore, per aver mancato al suo obbligo di sicurezza,  quand'anche non abbia lavorato in uno degli stabilimenti previsti dalla legge. Il lavoratore che intende vedere indennizzato il suo pregiudizio da ansietà deve provare questa sua esposizione all'amianto. L'impresa può essere esonerata dall'obbligo di risarcimento se prova di aver posto in essere tutte le misure necessarie di sicurezza e di protezione della salute previste dal codice del lavoro.
Nonostante la previsione, dal 1997, dell'uso di materiali isolanti a base di amianto, materiale a buon mercato, largamente utilizzato in Francia, nell'industria delle costruzioni, lo scandalo sanitario legato all'amianto è ben lontano dall'essersi concluso. Si prevedono da qui al 2050 sino a 100.000 morti. Dal 1995 al 2009 a causa dell'esposizione all'amianto sono morti da 61.000 a 118.000 persone.

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