07/11/2018
Conclusa la procedura di consultazione con le organizzazioni sindacali e comunicati i licenziamenti agli interessati, l’azienda ha l’obbligo di rendere noti entro 7 giorni dalla data di comunicazione dei licenziamenti stessi, l’elenco dei lavoratori licenziati, con i criteri di scelta adottati nella individuazione del personale licenziato.
Per assolvere questo l’obbligo l’azienda deve inviare una lettera con l’elenco dei lavoratori licenziati, agli enti regionali per l’impiego e alle associazioni sindacali di categoria ; questa lettera ha lo scopo di rendere visibile e controllabile dalle stesse organizzazioni sindacali la correttezza dell’agire del datore di lavoro nell’applicazione dei criteri di scelta, previsti nell’accordo sindacale a chiusura della procedura o nella lettera di avvio della procedura o nella legge.
Il termine dei 7 giorni è un termine che l’azienda deve osservare in modo rigoroso e puntuale. La sua inosservanza, per sè sola, comporta la illegittimità del licenziamento con la conseguenza che il singolo lavoratore licenziato avrà il diritto a percepire da 12 a 24 mensilità della sua retribuzione globale di fatto (se assunto prima del 7 marzo 2015).
Quest’ obbligo di comunicazione dell’azienda sussiste anche nelle procedure di licenziamento collettivo che riguardi la totalità dei lavoratori occupati e ciò in ragione della funzione di garanzia assegnata dalla legge alla comunicazione.
Questa comunicazione è tanto più necessaria nel caso in cui siano mantenuti in servizio, sia pur per il tempo occorrente alle operazioni di chiusura delle attività aziendali, dei dipendenti ancora indispensabili per l’esecuzione delle attività residuali di chiusura. Anche in questo caso occorre che vi sia l’applicazione di criteri di scelta predeterminati e controllabili da tutti i soggetti coinvolti. In questo caso occorre predisporre una graduatoria progressiva e da questa graduatoria, formato con rispetto dell’anzianità di servizio, dell’anzianità anagrafica e dei carichi di famiglia, bisogna che l’azienda attinga, di volta in volta, i lavoratori da licenziare via via nel tempo. Prima i più forti e poi i più deboli; senza favoritismi e scelte arbitrarie.
I lavoratori, che non hanno partecipato alla consultazione sindacale (la legge non concede loro questo diritto) devono essere posti in condizione di poter valutare la correttezza del comportamento aziendale, comprendendo i perché dell’agire del loro datore di lavoro. Per poter valutare devono poter conoscere.
Questi principi sono stati affermati per ultimo dalla cassazione nella sentenza n. 28034, resa pubblica il 2 novembre 2018.
Contratto a tempo determinato disciplina vigente
La lettera di assunzione, atto fondativo del rapporto di lavoro
La lettera di assunzione rappresenta il contratto di lavoro. Nella lettera di assunzione devono essere riportate tutte le condizioni di lavoro: retribuzione, mansioni, patto di prova, applicazione del contratto collettivo, inquadramento, compenso, numero delle mensilità e ogni altro elemento utile ad identificare il trattamento economico e normativo pattuito. Nella lettera di assunzioni si possono prevedere patti di non concorrenza e termini di decadenza che maturino anche in costanza di rapporto di lavoro. La lettera di assunzione é il documento più importante del rapporto di lavoro. La sua elaborazione deve essere frutto di grande attenzione. Le imprese devono evitare l'uso di modelli o formulari perché le soluzioni adottabili possono essere le più diverse. L'autonomia negoziale é molto ampia. Nella cornice giuridica del rapporto di lavoro possono essere adottate le soluzioni più varie. Non esiste un solo modello contrattuale ma esistono infiniti modelli con le condizioni più diverse. L'autonomia negoziale non é utilizzata dalle parti o é utilizzata in modo del tutto marginale o malamente.
Il contratto a tempo determinato deve essere sottoscritto, a pena di nullità, con la forma scritta. Si tratta di un patto che deve risultare esplicitamente accettato dal lavoratore interessato.
Il contratto collettivo e la sua applicazione al singolo rapporto di lavoro
L'applicazione del contratto collettivo non é obbligatoria. Nella loro autonomia le parti possono far disciplinare il loro rapporto di lavoro dalle norme del codice civile, dalle leggi speciali e dagli accordi economici valevoli erga omesse della fine degli anni 50 e 60. Nel caso in cui le parti decidano di applicare al rapporto di lavoro il contratto collettivo non é obbligatorio applicare il contratto del settore merceologico di appartenenza ben potendo le parti richiamarsi ad un qualsiasi altro contratto collettivo. L'importante é che il trattamento economico e normativo complessivo riconosciuto al collaboratore corrisponda ai criteri previsti dall'art. 36 della costituzione.
Per il socio lavoratore di una cooperativa con rapporto di lavoro subordinato, invece, è obbligatorio per legge applicare il contratto collettivo del settore merceologico di appartenenza.