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La motivazione dell'apposizione del termine deve assicurare la conoscenza del motivo

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26/03/2018

Cassazione ordinanza numero 7336 del 23 marzo 2018

Un'azienda assume un lavoratore a tempo determinato. Il lavoratore è stato assunto a tempo determinato  perché provvedesse alla sostituzione del personale inquadrato nell'area operativa e di addetto al servizio recapiti presso l'ufficio postale, assente con diritto alla conservazione del posto di lavoro. La corte di appello ha ritenuto sufficientemente specifica la clausola di apposizione del termine che riportava la motivazione ed ha dichiarato legittimo il recesso datoriale alla scadenza del termine finale del contratto. La precedente sentenza del tribunale, invece, aveva dichiarato nullo il predetto termine. La cassazione, chiamata a dirimere la controversia, ha confermato la sentenza della corte di appello di Napoli affermando che " "in tema di assunzione a termine di lavoratori subordinati per ragioni di carattere sostitutivo, alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 214 del 2009, con cui è stata dichiarata infondata la questione di legittimità costituzionale del D.Lgs. n. 368 del 2001, art. 1, comma 2, l'onere di specificazione delle predette ragioni è correlato alla finalità di assicurare la trasparenza e la veridicità della causa dell'apposizione del termine e l'immodificabilità della stessa nel corso del rapporto. Pertanto, nelle situazioni aziendali complesse, in cui la sostituzione non è riferita ad una singola persona, ma ad una funzione produttiva specifica, occasionalmente scoperta, l'apposizione del termine deve considerarsi legittima se l'enunciazione dell'esigenza di sostituire lavoratori assenti - da sola insufficiente ad assolvere l'onere di specificazione delle ragioni stesse — risulti integrata dall'indicazione di R.G. n. 12227/2015 elementi ulteriori (quali l'ambito territoriale di riferimento, il luogo della prestazione lavorativa, le mansioni dei lavoratori da sostituire, il diritto degli stessi alla conservazione del posto di lavoro) che consentano di determinare il numero dei lavoratori da sostituire, ancorché non identificati nominativamente, ferma restando, in ogni caso, la verificabilità della sussistenza effettiva del prospettato presupposto di legittimità"; 10. che proprio in applicazione di tale principio caratterizzato dalla definizione di un criterio elastico che si riflette poi sulla relatività della verifica dell'esigenza sostitutiva in concreto, per la legittimità della apposizione del termine è sufficiente l'accertamento della congruità del rapporto tra le assenze del personale stabile e il numero dei contratti a termine conclusi per tale esigenza, in un determinato periodo, non essendo, peraltro, affatto necessario un carattere di temporaneità ex se dell'esigenza stessa e neppure un carattere di straordinarietà ovvero un superamento di un (non meglio identificato) tasso fisiologico di assenteismo (cfr. Cass. n. 6979 del 2013; Cass. n. 565 del 2012; Cass. n. 8966 del 2012; Cass. n. 6216 del 2012; Cass. n. 8647 del 2012; Cass.n. 13239 del 2012; Cass. n. 9602 del 2012; Cass. n. 14868 del 2011); 11. che, nel caso in esame, la Corte di merito ha correttamente applicato i sopra enunciati principi tenendo conto del fatto che il concetto di specificità deve essere collegato a situazioni aziendali non più standardizzate, ma riferite alle realtà specifiche in cui il contratto viene ad essere calato; la Corte d'appello ha giustamente considerato specifica la clausola del contratto oggetto di causa in cui risultavano indicati l'ufficio ove si era verificata l'esigenza sostitutiva (ufficio di Caserta Ellittico, comprensivo dell'ufficio di Casagiove), il servizio che risultava temporaneamente carente di personale (servizio di recapito) l'inquadramento del personale addetto a tale servizio (area operativa), il periodo delle assenze (1.10.2003 - 15.1.2004) e la circostanza che il personale da sostituire avesse diritto alla conservazione del posto di lavoro (in motivazione è chiaramente affermato che dal prospetto prodotto dalla società si evinceva che il numero dei giorni di assenza del personale a tempo indeterminato con diritto alla conservazione del posto era di gran lunga R.G. n. 12227/2015 superiore al numero di giornate lavorative effettuate dai dipendenti assunti a tempo determinato). " Cassazione ordinanza numero 7336 del 23 marzo 2018.

 

P.s. del 29 dicembre 2019

Il contratto di lavoro a tempo determinato dall’entrata in vigore della prima legge del 2001 ha subito negli anni successivi plurimi interventi legislativi che ne hanno modificato sensibilmente la disciplina. Si tratta di una figura giuridica magmatica sottoposta a duri interventi tellurici. Leggendo le varie sentenze dei giudici riportati nel nostro sito occorre collocare nel tempo i fatti e il diritto per non essere fuorviati e cadere gravemente in errore sulla disciplina effettiva del caso concreto sotto il vostro esame.

Contratto a tempo determinato  disciplina vigente

 Decreto legislativo del 15 giugno 2015 - N. 81 e successive modificazioni

La lettera di assunzione, atto fondativo del rapporto di lavoro

La lettera di assunzione rappresenta il contratto di lavoro. Nella lettera di assunzione devono essere riportate tutte le condizioni di lavoro: retribuzione, mansioni, patto di prova, applicazione del contratto collettivo, inquadramento, compenso, numero delle mensilità e ogni altro elemento utile ad identificare il trattamento economico e normativo pattuito. Nella lettera di assunzioni si possono prevedere patti di non concorrenza e termini di decadenza che maturino anche in costanza di rapporto di lavoro. La lettera di assunzione é il documento più importante del rapporto di lavoro. La sua elaborazione deve essere frutto di grande attenzione. Le imprese devono evitare l'uso di modelli o formulari perché le soluzioni adottabili possono essere le più diverse. L'autonomia negoziale é molto ampia. Nella cornice giuridica del rapporto di lavoro possono essere adottate le soluzioni più varie. Non esiste un solo modello contrattuale ma esistono infiniti modelli con le condizioni più diverse. L'autonomia negoziale non é utilizzata dalle parti o é utilizzata in modo del tutto marginale o malamente.

Il contratto a tempo determinato deve essere sottoscritto, a pena di nullità, con la forma scritta. Si tratta di un patto che deve risultare esplicitamente accettato dal lavoratore interessato.

Il contratto collettivo e la sua applicazione al singolo rapporto di lavoro

L'applicazione del contratto collettivo non é obbligatoria. Nella loro autonomia le parti possono far disciplinare il loro rapporto di lavoro dalle norme del codice civile, dalle leggi speciali e dagli accordi economici valevoli erga omesse della fine degli anni 50 e 60. Nel caso in cui le parti decidano di applicare al rapporto di lavoro il contratto collettivo non é obbligatorio applicare il contratto del settore merceologico di appartenenza ben potendo le parti richiamarsi ad un qualsiasi altro contratto collettivo. L'importante é che il trattamento economico e normativo complessivo riconosciuto al collaboratore corrisponda ai criteri previsti dall'art. 36 della costituzione.

Per il socio lavoratore di una cooperativa con rapporto di lavoro subordinato, invece, è obbligatorio per legge applicare il contratto collettivo del settore merceologico di appartenenza.